'ndrangheta, Bagalà non risponde alle domande del gip

L'avvocatessa aostana arrestata per l'inchiesta Alibante è accusata di essere la "mente legale" della cosca Bagalà

 

Tribunale di AostaAOSTA. Si è svolto oggi l'interrogatorio di garanzia di Maria Rita Bagalà, l'avvocatessa aostana di 52 anni arrestata nell'ambito dell'inchiesta Alibante sulla 'ndrangheta della procura distrettuale di Catanzaro. È accusata di concorso in associazione esterna di stampo mafioso.

Davanti al gip di Aosta che l'ha interrogata per rogatoria Bagalà si è avvalsa della facolta di non rispondere alle domande.

Gli inquirenti di Catanzaro considerano l'avvocatessa la "mente legale della cosca" guidata dal padre Carmelo Bagalà. La donna "partecipava alla medesima garantendo, sotto la regia del padre, l'amministrazione di diversi affari illeciti della compagine e occupandosi, nello specifico, della cura degli interessi economici e finanziari del sodalizio", secondo quanto si legge nell'ordinanza del gip calabrese. Inoltre Bagalà avrebbe fatto da prestanome e risultava intestataria "di beni patrimoniali e quote societarie della consorteria costituenti il provento illecito delle varie attività delittuose conseguite dalla cosca".

Il legale difensore di Bagalà, Mario Murone, spiega: "Come previsto ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere. - spiega il difensore dell'indagata, Mario Murone - Per ora non abbiamo ancora chiesto il riesame, perché non abbiamo potuto visionare gli atti a parte l'ordinanza. Ci è stato dato un cd che avrebbe dovuto contenere gli atti di indagine, ma non si apre. Anche per questo motivo, non avremmo potuto fare scelte diverse da quelle fatti oggi". Le operazioni contestate "sono state fatte tutte in maniera trasparente", aggiunge l'avvocato Murone.

 

 

Marco Camilli

 

 

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