In montagna sulla neve con pantaloncini: escursionisti recuperati dall'elisoccorso al Col Carrel

Il direttore del Soccorso alpino valdostano invita alla prudenza: 'in quota temperature basse, neve e ghiaccio'. E chiede agli utenti social di mantenere la discussione 'su un piano più costruttivo'

 

Escursionisti recuperati al Col Carrel

Quattro escursionisti sono stati recuperati mercoledì sera dal Soccorso Alpino Valdostano nella zona del Col Carrel. Il gruppetto era partito dal comprensorio di Pila con l'intenzione di pernottare al bivacco Federigo, tra la Becca di Nona i il Monte Emilius. Affaticati, mal equipaggiati e con abbigliamento estivo, si sono fermati a quota 2.900 metri dopo essersi resi conto di non riuscire a raggiungere il bivacco nei tempi stabiliti.

Nessuno di loro ha avuto bisogno di assistenza sanitaria.

Questa è la quinta missione di recupero di persone illese rimaste bloccate sulle montagne della Valle d'Aosta. Il direttore del Soccorso Alpino Valdostano, Paolo Comune, lancia un appello alla massima prudenza quando si affrontano uscite in montagna.

«Le condizioni meteo in questo periodo non sono ancora quelle estive - evidenzia Comune - e oltre alle temperature che possono esser rigide, soprattutto in serata e di notte, c'è ancora neve in quota e anche zone ghiacciate che possono presentare pericoli da non sottostimare». L'equipaggiamento «deve essere sempre adeguato alla situazione».

L'intervento al Col Carrel «è andato a buon fine grazie alla tempestività con cui i ragazzi hanno deciso di chiedere aiuto - spiega ancora il direttore del Sav-. Hanno fatto bene a non aspettare, consentendo così ai soccorritori di raggiungerli in tempo utile. La notte sarebbe stata complicata, in quella zona e con le basse temperature».

Paolo Comune si rivolge anche agli utenti dei social. «Dispiace leggere certi commenti sui social, che condannano (e a volte insultano) i protagonisti di questi episodi. Meglio sarebbe - afferma - mantenere la discussione su un piano più costruttivo: contribuirebbe alla sensibilizzazione alle condotte corrette e prudenti e sarebbe di aiuto anche ai soccorritori. Il rischio che, per imbarazzo o per timore di dover pagare i minuti di volo, le persone in difficoltà non chiedano aiuto e soccorso è, purtroppo, concreto e può generale situazioni di pericolo evitabile».

 

 

Marco Camilli

 

 

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