34enne condannato per una maxi truffa su bottiglie di vino pregiato

Doveva pagare 1 milione di euro, ma le valigie con i soldi erano piene di carta straccia

 

Tribunale di Aosta

Valigie colme di carta senza alcun valore anziché banconote per pagare centinaia di bottiglie di vino pregiato, poi in parte rivendute: un 34enne residente nel milanese accusato della truffa è stato condannato dal tribunale di Aosta. Francesco Antonio Votta, di origine calabrese, dovrà scontare un anno e sei mesi di reclusione con sospensione della pena se verserà un risarcimento.

I fatti risalgono a due autunni fa. Vittima del raggiro è il proprietario di una enoteca di Cervinia che voleva vendere (in larga parte in nero, secondo l'accusa) una trentina di bancali di vino pregiato per liberare i locali occupati dalla sua attività sotto sfratto. Convinto dell'affidabilità dell'acquirente 34enne, che nella trattativa era affiancato da un mediatore e da altre persone non indentificate, l'imprenditore propone il prezzo di un milione di euro da pagare in parte in contanti e in piccola parte con bonifico (che non sarebbe però mai arrivato). I due trovano l'accordo e lo scambio avviene, ma il venditore non si accorge che le valigie con i soldi contengono solo con un primo strato di banconote mentre tutto il resto è carta senza valore. Quando se ne rende conto è ormai tardi: il vino è già partito e inoltre uno dei due camion utilizzati per il trasporto sparisce con il suo prezioso carico (l'autista, anch'esso di origine calabrese e residente in provincia di Milano, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato). 

Quando gli inquirenti risalgono a Votta riescono a trovare solo una parte del vino, per un valore totale stimato di circa un quarto del prezzo intero della vendita.

Il 34enne dovrà risarcire anche un ristoratore milanese che, allo scuro di tutto, aveva acquistato alcune bottiglie.

 

 

Marco Camilli

 

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