Non pagano le bollette perché non riconoscono lo Stato, ma chiedono il bon chauffage
AOSTA. I genitori di una ragazza classe 2001 residente in bassa Valle sono stati denunciati dai carabinieri per l'inosservanza dell'obbligo di istruzione elementare per i minori. Si tratta, spiegano i militari, di adepti della dottrina Io Sono che ritengono l'Italia una "società di diritto privato" e di conseguenza considerano "di origine fraudolenta" tutte le "politiche giuridiche, penali, civili, fiscali, commerciali economiche della Repubblica Italiana e quelle delle sue istituzioni e di chi ne fa le veci".
In particolare i genitori denunciati avevano chiesto l'autorizzazione al dirigente scolastico di una Comunità Montana a togliere la giovane da scuola per impartirle un'istruzione parentale e non l'hanno fatta partecipare all'esame di terza media obbligatorio per legge. La dottrina che seguono ritiene il sistema educativo uno "strumento di riprogrammazione mentale" e salva solo l'italiano e la matematica ("sebbene sia lecito chiedersi se davvero ci sia stata insegnata la lingua italiana o solo come usare questa lingua, attraverso un limitato e ben congeniato set di significati per riconfermare ancora una volta una descrizione della realtà manipolata e falsa", scrivono in un documento apparso on line).
Indagando sulla situazione i militari hanno scoperto altre famiglie che vivono in Valle d'Aosta e aderiscono alla dottrina. Alcuni sono disoccupati e verosimilmente vivono facendo dei lavoretti in nero, altri invece sono professionisti o hanno attività commerciali. Basandosi sulle tesi della dottrina, non pagano le bollette di diversi tipi di utenze (ad esempio quella idrica) e inviano ai Comuni delle lunghe lettere legali per spiegare le proprie convinzioni e il proprio rifiuto a pagare, oppure propongono il pagamento in once d'argento. Le stesse convinzioni tuttavia non hanno impedito ad alcuni di loro di richiedere contributi regionali come il bon chauffage. "Forse - sottolineano i carabinieri - questi membri che hanno chiesto il contributo regionale non riconoscono lo Stato Italiano ma hanno maggior simpatia per la Regione Autonoma della Valle d'Aosta".
Marco Camilli