L'ipotesi della Procura di Aosta: bilanci del Casinò falsificati per avere finanziamenti pubblici

 

Sette indagati per falso in bilancio e truffa - Perron: intento era salvaguardare la Casa da gioco

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SAINT-VINCENT. Bilanci "aggiustati" per far apparire i conti del Casinò di Saint-Vincent migliori di quanto fossero in realtà e poter così incassare milioni di euro di finanziamenti pubblici. Questa è l'ipotesi su cui si sta concentrando la Procura di Aosta con l'inchiesta che vede coinvolti anche l'ex assessore al Bilancio Ego Perron, indagato per truffa, e gli ex amministratori della casa da gioco dal 2008 al 2017 Luca Frigerio e Lorenzo Sommo, per i quali gli inquirenti ipotizzano anche il falso in bilancio

Insieme a loro, oggi hanno ricevuto gli avvisi di garanzia i componenti del collegio sindacale per un totale di sette indagati.

Le indagini, coordinate dal procuratore capo Avenati Bassi, si stanno concentrando sui documenti contabili della casa da gioco. L'ipotesi è che i bilanci presentati dalla società nascondessero la reale situazione dei conti. Nel 2012 si parla di un "rosso" di 25 milioni di euro a fronte dei 18 milioni dichiarati, nel 2013 di 29 milioni a fronte dei 21 messi a bilancio; nel 2014 di 26 milioni anziché 19 e nel 2015 si arriva addirittura ad un buco di 46,6 milioni di cui però soltanto 18,5 dichiarati. In parallelo sarebbero riportati crediti di imposta in crescita anno dopo anno nonostante l'azienda non avesse prospettive attendibili di ritorno in utile.

I bilanci che la procura ipotizza falsificati sono stati poi utilizzati come base per elaborare i piani di sviluppo del Casinò che hanno ottenuto gli ingenti contributi pubblici degli ultimi anni.

Gli indagati compariranno davanti al procuratore la prossima settimana, tra lunedì e martedì, per essere interrogati.

Da registrare nel frattempo il commento di Perron. "In ordine agli inviti a dedurre emessi dalla Procura regionale della Corte dei conti riteniamo, proprio per la natura di tale atto, che è appunto quella di consentire di presentare le proprie deduzioni, che esistano margini per dimostrare di non aver recato danno all'Amministrazione regionale". Continua Perron: "gli atti oggetto dell'inchiesta sono stati adottati dai vari organi regionali con il solo intento di salvaguardare la Casa da gioco, che oggi senza le misure decise dalla Regione nel tempo verosimilmente sarebbe già chiusa, visto lo scenario di crisi del settore e generale. Si è operato per salvaguardare un'azienda centrale nel tessuto economico regionale, che offre impiego ad un numero rilevante di persone, ed è proprio questo quanto contiamo di mostrare con le deduzioni che produrremo".

 

M.C.

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