Aosta, capitale dell'isola felice: i clochard dormono alla stazione

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AOSTA. Sono italiani e provengono da fuori Valle; uno di loro ha sulle spalle una sessantina di primavere, l'altro più o meno la metà. Hanno un cane che condivide quella che da qualche giorno è diventata la loro nuova casa: la stazione ferroviaria di Aosta.

Il passato dei due clochard è difficile da ricostruire. Entrambi preferiscono rivelare pochi dettagli di ciò che hanno vissuto. Spiegano che non hanno un tetto per dormire, utilizzano il servizio docce della Caritas e per pranzare si affidano alla mensa dalla Caritas mentre la cena, quando c'è, è per merito dei ristoratori della zona che offrono loro un pasto caldo. 

ClochardPer un mese abbondante entrambi hanno dormito sotto al Municipio di Aosta, ma qualche giorno fa sono stati mandati via dalle forze dell'ordine in seguito a diverse segnalazioni. Ora dormono per terra a pochi metri dai binari del treno.

In loro aiuto si è recentemente attivata l'Associazione Quartiere Cogne che sta cercando di assicurare ad entrambi qualcosa da mangiare tutte le sere o quasi, di trovare qualcuno disponibile a fornire un tetto sotto cui dormire ed anche di procurare i farmaci di cui hanno bisogno contro il diabete in un caso e per malattie cardiache nell'altro.

Da parte delle istituzioni finora non pare ci sia stato un grande interessamento, se non per farli allontanare dal "salotto" della città. Ora dormono per terra in stazione, ma da un momento all'altro potrebbero doversi trovare una nuova sistemazione di fortuna. Magari lungo le sponde della Dora a Pollein dove già altri clochard vivono nascosti alla vista delle persone e dove è più facile dimenticarsi della loro esistenza.

 

 

 

Marco Camilli

 

 

 

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