Il Comitato interviene nel confronto politico per la formazione della nuova maggioranza in Consiglio Valle
AOSTA. "La 'questione CVA' non può in alcun modo essere ridotta a una discussione circa la proprietà della società e neppure limitata all'orientamento della sua politica aziendale". Lo afferma il Comitato Giù le mani da Cva commentando in una nota le consultazioni politiche per la formazione della nuova maggioranza in Consiglio regionale che vedono nel dossier Compagnia Valdostana delle Acque uno dei punti di attrito tra le diverse coalizioni.
"La portata della decisione riguarda il futuro dell'intera Valle d'Aosta, società e territorio", dice il Comitato. "Attraverso Cva passa, infatti, la possibilità di mantenere la gestione effettiva dei corsi d'acqua, cioè l'equilibrio ambientale del territorio. Per la nostra regione Cva, inoltre, è una pietra miliare sul percorso verso la transizione energetica totale: l'abbandono dei combustibili inquinanti e quindi per respirare un’aria davvero pulita e salubre".
Secondo il Comitato "una Cva anche solo parzialmente privata non potrebbe condurci a quel punto in modo abbastanza rapido e completo, nemmeno per rispettare leggi regionali già in vigore!". Inoltre "una Cva anche solo parzialmente privata non sarebbe mai disponibile ad offrire energia pulita a un prezzo migliore rispetto al mercato nazionale, non sarebbe mai nella posizione di investire per la mitigazione dei cambiamenti climatici e per lo sviluppo socioeconomico del nostro territorio. Investimenti che solo Cva è oggi in grado di finanziare, investimenti che renderebbero davvero i valdostani liberi e padroni del proprio territorio".
Il Comitato infine si rivolge "agli elettori, in particolare a quelli delle forze autonomiste e sovraniste, affinché sostengano con coerenza questi interessi di tutta la popolazione e non permettano che privati, con la loro mistificante propaganda, ci sfilino di tasca oggi il futuro della nostra Regione".
E.G.