Fisco, Uil: per 7,2 milioni italiani buste paga più leggere di 58 euro

AOSTA. Buste paga più leggere – in media 58 euro - per 7,2 milioni di contribuenti, nel 2014.

La "colpa" è delle addizionali regionali. È quanto emerge da uno studio della UIL. Nell'anno in corso sei Regioni (Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Molise e Basilicata) hanno aumentato o rimodulato in alto le aliquote a fronte di due che le hanno diminuite (Provincia Autonoma di Bolzano e Abruzzo), mentre le restanti le hanno confermate.

L'effetto, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale UIL, è un aumento medio del gettito pro capite del 4,1%, con punte del 18,1% nel Lazio, del 14,8% in Umbria, del 13,6% in Piemonte. Il gettito diminuisce del 13,9% nella Provincia Autonoma di Bolzano e del 3% in Abruzzo. In “soldoni”, si tratta di un aumento medio, spalmato su tutti i 30 milioni di contribuenti, di 15 euro l'anno (da 362 euro medi nel 2013 a 377 nel 2014). Considerando le sole Regioni dove aumentano le aliquote, le maggiorazioni sono pari a 84 euro medi pro capite nel Lazio, 53 in Piemonte, 46 in Umbria, 22 in Basilicata e 17 in Liguria. Il gettito complessivo di questa imposta passa dagli 11 miliardi di euro del 2013 agli 11,5 miliardi di quest'anno.

Sono 13 le Regioni che hanno scelto un'aliquota progressiva legata al reddito; mentre le restanti hanno scelto un'aliquota fissa. Con un'aliquota media del 2,05%, il Molise si colloca al primo posto (si parte da un'aliquota dell'1,73% per i redditi fino a 15 mila euro e si arriva al 2,33% per i redditi oltre i 75 mila euro); appena sotto il Lazio con un'aliquota media al 2,04% (1,73% per i redditi fino a 28 mila euro e 2,33% per i redditi superiori); a seguire Campania e Calabria con un'aliquota al 2,03% per tutti i redditi. Nella Provincia Autonoma di Bolzano, invece, l'aliquota media è stata ridotta allo 0,7% (si applica un'aliquota dell'1,23%, ma è stata introdotta una “no tax area” di 20 mila euro); in Friuli Venezia Giulia all'1,15% (0,7% per i redditi fino ai 15 mila euro e l'1,23% per i redditi superiori a tale importo). La Provincia autonoma di Trento, la Val d'Aosta, il Veneto e la Sardegna applicano l'aliquota fissa dell'1,23%.

Il prossimo sarà l'anno dell'entrata a regime del cosiddetto “federalismo fiscale”, dunque, l'aliquota massima dell'Irpef regionale potrà passare dal 2,33% di quest'anno al 3,33%. E se nella Legge di Stabilità venissero confermati i tagli alla sanità, molto probabilmente le aliquote delle addizionali regionali Irpef potrebbero “schizzare” in alto. A rischio soprattutto le Regioni alle prese con i rientri del deficit sanitario (Piemonte, Puglia, Abruzzo, Lazio, Sicilia, Campania, Molise e Calabria), ma che alla fine non risparmierebbero neanche le realtà regionali in “fair play”. Se il taglio sarà applicato in maniera semi lineare, su 107 miliardi di euro destinati alla sanità, se ne dovrebbero risparmiare 3,2 miliardi di euro, di cui 527 milioni in Lombardia; 304 milioni nel Lazio e Campania. E ciò potrebbe comportare un aumento medio dell'aliquota dello 0,4%, che in soldoni significa un aumento medio di 95 euro medi a contribuente. Una prospettiva “insopportabile” conclude Loy, per le buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati. A tale proposito, “c'è la necessità di rivedere tutte le imposte locali introdotte dal federalismo fiscale proprio perché su questi contribuenti virtuosi si concentra una pioggia di rincari fiscali. Sono questi temi prioritari da cui partire se si vuole rimettere in moto lo sviluppo e la crescita e, di conseguenza, l'aumento dell'occupazione”. Il tutto “insieme all'introduzione dei costi standard e al taglio della spesa improduttiva”.

Nel Lazio, nel 2014, l'Irpef Regionale peserà per 548 euro medi a contribuente; in Piemonte e Campania 442 euro medi; in Molise 421 euro medi e in Calabria 405 euro medi. Sono tutte Regioni queste alle prese con l'extradeficit sanitario. Mentre, nella Provincia Autonoma di Bolzano si pagheranno in media 180 euro; in Sardegna 262 euro; in Basilicata 269 euro; in Friuli Venezia Giulia 270 euro e in Veneto 289 euro. In valori assoluti è in Lombardia che si registra il gettito maggiore con 2,1 miliardi di euro; seguita dal Lazio con 1,6 miliardi di euro; il Piemonte con 1,1 miliardi di euro; l'Emilia Romagna con 1 miliardo di euro; la Campania con 895 milioni di euro. In Val d'Aosta il gettito in valori assoluti è di 23,6 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Bolzano di 56,3 milioni di euro; in Molise 58,5 milioni di euro; in Basilicata 65,7 milioni di euro; nella Provincia Autonoma di Trento 92,6 milioni di euro.

 

Clara Rossi

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