Valle d'Aosta, panifici e ristoranti: la crisi si aggrava

Gli esercizi valdostani tengono duro, ma l'incertezza è in crescita con i rincari dell'energia

 

Farina

La crisi continua per bar e ristoranti. Dopo i due anni di chiusure, limitazioni e incertezze arriva l’inflazione e il rincaro delle materie prime, mettendo ulteriormente in difficoltà uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Se a questo si aggiunge il rincaro di gas ed elettricità la via d’uscita rimane una: l’aumento del prezzo di listino.

Gli esercizi valdostani ancora tengono duro, consapevoli di un altro significativo fattore: il potere d’acquisto delle famiglie è in calo, esattamente come il loro fatturato.

 

«Abbiamo percepito eccome l’inflazione», dichiara il titolare di Panificio Bovio di Corso Saint Martin de Corleans ad Aosta. «La farina è arrivata a costare da 10 a 15 euro al chilo, l’energia elettrica è aumentata del 30-40%. Ma si è rincarato anche il costo di strutto, olio e degli imballaggi. Questi ultimi oltre ad essere aumentati non si trovano, o meglio si trovano a prezzi esorbitanti. Mi pare ci sia molta speculazione, noi stiamo cercando di tamponare. Il calo di fatturato c’è stato già dall’inizio pandemia e ora non so cosa succederà. Il potere d’acquisto sarà sempre inferiore e questa è un’altra grande preoccupazione».

Molti panettieri come Bovio si trovano in una situazione disastrosa, considerando anche che la maggior parte di loro effettua consegne a domicilio: c’è anche il costo del carburante, ormai alle stelle, a pesare sui portafogli di queste aziende.

Il rialzo dei prezzi dei cereali a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina non esenta nemmeno i ristoranti: il costo della pasta è in aumento e si prevede che a breve raggiunga un incremento che potrebbe superare il 10%.

«Stanno aumentando tutte le materie prime», racconta il titolare del ristorante Des Fleurs di Gressan. «La differenza per ora si fa sentire soprattutto sulla farina. Noi abbiamo la fortuna di aver stipulato un contratto a prezzo fisso per l’elettricità: fino a fine stagione siamo a posto. Abbiamo già però subito un aumento sul gas. E il tutto si sta già facendo sentire sui ricavi».

Con l’energia elettrica è andata bene anche al ristorante Lou Tchappé di Lillaz, come racconta il titolare. «Abbiamo un contratto con C.V.A. che è un azienda che lavora da anni con sul l’energia rinnovabile e che per ora non ha effettuato rincari. Il gas invece è aumentato di dieci centesimi in una settimana e così abbiamo fatto il pieno per evitare ulteriori aumenti». Il giovane titolare la prende comunque con filosofia: «Peggio di così non poteva andare, quindi rimaniamo ottimisti».

Speriamo sia davvero così perché il quadro per ora è tutt’altro che roseo come confermano molti altri ristoranti tra cui il Bistrot de l’artiste di Valtournenche. «Si va alla ricerca del prezzo più conveniente, anche se ormai è difficile scovarlo. In più noi in struttura usiamo il carburante e l’ultima ricarica è stata una bella salassata. Ora rimane l’ansia dell’attesa della bolletta elettrica. È una preoccupazione che investe tutti i fronti: questi aumenti toccheranno tutta la popolazione con tutte le relative conseguenze. Meno possibilità e voglia di andare in vacanza e noi per rimanere attrattivi dovremo abbassare ulteriormente i costi, ma questo non è possibile. Non lo possiamo proprio fare se vogliamo continuare a sopravvivere».

 

Veronica Pederzolli

 

 

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