Saldi invernali anticipati, ma non basta: "serve la liberalizzazione"

 

Le vendite scontate inizieranno il 3 gennaio ma secondo le associazioni dei consumatori questa misura non è sufficiente

 

AOSTA. Per risollevare i consumi, in picchiata anche in questo Natale, l'anticipazione dell'inizio dei saldi invernali non basta: serve la liberalizzazione.

Saldi1Lo chiedono a gran voce le associazioni dei consumatori dopo che la Conferenza delle Regioni ha deciso di cambiare la data di avvio delle vendite a prezzi scontati spostandola al 3 gennaio, quindi di sabato, anziché il 5, di lunedì, per sfruttare meglio il fine settimana.

"Se fossimo un Paese, non diciamo normale, ma semplicemente razionale che senso ha avere una settimana di "limbo" in cui nessuno comprerà in attesa delle date fatidiche?" è la riflessione di Federconsumatori e Adusbef. "Solo una operazione che permetta l'apertura immediata delle vendite promozionali - dicono i presidenti Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - consentirà in parte un riequilibrio dei consumi natalizi che, come rivelano le stime a consuntivo, sono state in caduta libera del  -6,2% e  del -39,9% rispetto al 2010".

Anche durante i saldi gli italiani saranno restii a spendere. "L'andamento dei saldi, in assenza di un anticipo, non lascia presagire nulla di buono - avvertono Federconsumatori e Adusbef citando un'indagine su un campione di famiglie dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori: "Dai primi risultati emerge una previsione molto negativa di questa stagione di saldi invernali: infatti solo il 36% delle famiglie (8 MLN e 900 mila) acquisterà a saldo, mentre la spesa si attesterà a 179,4 Euro a famiglia, il -5,6% rispetto allo scorso anno".

Per Adiconsum l'anticipo dei saldi è chiesto anche dai negozianti: "Liberalizziamo i saldi, ormai lo chiedono non solo i consumatori, ma la stragrande maggioranza dei commercianti".

L'associazione ha elaborato un vademecum per aiutare i consumatori a non cadere vittima di tranelli durante lo shopping scontato. I principali consigli sono verificare se la percentuale di sconto dichiarata è quella effettiva comparando il prezzo originario con quello scontato e controllare con attenzione la merce in caso di sconti superiori al 50-60 per cento. E' anche bene ricordare che i negozi che normalmente accettano pagamenti con bancomat o carte di credito ed espongono il relativo logo sono tenuti ad accettare i pagamenti elettronici anche durante durante le vendite scontate. I negozi inoltre sono tenuti a cambiare la merce se difettosa presentando il relativo scontrino.

 

Elena Giovinazzo

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