La cooperativa di Nus è ricorsa alla composizione negoziata della crisi per superare le difficoltà vissute dopo la fine del Superbonus
«Edileco non è soggetta a procedura concorsuale, non ha un commissario giudiziale e non è in liquidazione». Lo sottolinea la stessa cooperativa di Nus in vista dell'udienza del 26 novembre prossimo riguardante il piano di risanamento aziendale.
Edileco ha vissuto un periodo di difficoltà una volta terminata la grande spinta data dal Superbonus. Al pari di altre attività del settore, lo stop al bonus edilizio ha comportato un ridimensionamento dell'attività. La società ha dovuto anche attivare la cassa integrazione. «Oggi però - spiega Edileco in una nota - il lavoro è ripartito con un volume di commesse pari a circa 1,5 milioni di euro al mese e con prospettive di ulteriore crescita entro la fine dell'anno e l'inizio del 2026. I dipendenti sono regolarmente retribuiti e la cassa integrazione ordinaria è attiva al 50%. Questa misura - specifica la cooperativa - è stata richiesta a tutela del reddito dei lavoratori in un periodo di temporanea flessione del lavoro amministrativo».
Il presidente Davide Trapani dunque assicura: «Edileco non è né in vendita né in affitto».
La cooperativa di Nus ha attivato la composizione negoziata della crisi per garantire la continuità aziendale, salvaguardare i posti di lavoro e rinegoziare le scadenze del debito con fornitori, istituti di credito, erario e stakeholders. «Abbiamo predisposto un piano di risanamento che consente di intervenire sull'equilibrio finanziario mentre l'attività continua regolarmente» ed inoltre i soci «si sono impegnati ad immettere in azienda nuovi capitali per più di 2 milioni di euro, di cui oltre la metà già versati».
L'udienza del prossimo 26 novembre dunque servirà a «confermare le misure protettive previste dal piano».
C.R.
