Pensioni, "Assegni ai più poveri tagliando quelle d'oro". Il governo dice no

 

La proposta Inps: reddito minimo garantito agli over 55 e flessibilità in uscita. Renzi: no a tagli

inps-sedex350Un'operazione-equità per rendere le pensioni povere un po' meno povere e per dare la speranza dell'assegno futuro anche ai giovani. La propone l'Inps che che presentato un pacchetto di riforme che parte da un presupposto: bisogna intervenire sulle pensioni esistenti. Ma il governo dice no: «Penso sia un errore tagliare le pensioni, dobbiamo dare fiducia agli italiani», ha commentato il premier Matteo Renzi. Anche dal ministero del Lavoro chiudono la porta: "al momento si è deciso di rinviare perché quel piano, oltre a misure utili come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi".

Il disegno di legge prevede inoltre una rete di protezione sociale dai 55 anni in su: la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età. Si parla di un "reddito minimo garantito" di 500 euro (400 nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente ultra 55enne. E flessibilità in uscita a partire dai 63 anni con perdite non oltre il 10%.

Da dove vengono le coperture? La proposta di Tito Boeri mira ad armonizzare i trattamenti pensionistici e prevede che quelli sopra i 5 mila euro diano un contributo "equo" ottenuto attraverso il ricalcolo della pensione attraverso il sistema contributivo. Cui si aggiungerebbe il taglio dei vitalizi e delle pensioni sindacali.

 

Clara Rossi

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