Lo scatto al cambiamento climatico

La mostra di Paolo Verzone per il Festival La Clé de l’été

 

Verzone

«Sulle isole Svalbard i confini non esistono», lo dichiara Paolo Verzone, pluri premiato fotografo di Torino che dall’8 dicembre esporrà le sue opere in grandissimo formato presso il Laghetto di Brusson, in Val d’Ayas.

L’occasione è data dalla veste invernale del Festival La Clé de l’été _ Ambienti estremi e riscaldamento globale che, organizzato dall’Associazione culturale La Clé sur la Porte, esporrà sedici scatti di Verzone selezionati dal progetto Arctic Zero. 

Nella magica cornice del laghetto di Brusson, in Val d’Ayas, saranno esposti 16 scatti selezionati da Arctic Zero, il progetto assegnato a Verzone da Le Monde nel 2014, quando gli fu proposto di seguire un giornalista alle isole Svalbard per documentare il lavoro di ricercatori e scienziati in una base scientifica. Da qui la scoperta dell’Artide come un luogo molto lontano sia dagli stereotipi natalizi che da quelli dell’inaccessibilità. Un luogo che Verzone definisce prima mentale che fisico, nonostante riconosca anche in esso una terra che occupa i suoi abitanti senza orari prestabiliti. 

Sono sensazioni che trapassano anche nella narrazione di Verzone attorno una delle comunità scientifiche più a nord del mondo che, nell’arcipelago delle Svalbard, a Ny-Ålesund, osservano le trasformazioni della natura grazie all'omogeneità delle condizioni climatiche e alla poca contaminazione da agenti esterni.

E così il risultato è una lettura del cambiamento climatico che riesca a mettere in evidenza come dietro condizioni di vita estreme si possano spesso nascondere le chiavi di lettura essenziali per la sopravvivenza del nostro pianeta. Anzi, Verzone arriva addirittura ad affermare che «Se la comunità internazionale fosse coesa e così propensa a condividere le proprie scoperte e conoscenze, come lo sono i ricercatori di tutto il mondo che ho incontrato nella base di Ny-Ålesund, il mondo sarebbe un posto migliore».

Un punto che parte con la messa a fuoco delle persone e poi estende il ritratto alla natura. Un linguaggio che dà risalto alla centralità dell’uomo e alla responsabilità del suo impatto sulla natura stessa.

 

Veronica Pederzolli

 

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