Tra le notti più attese dell'anno quella tra il 12 e il 13 dicembre
La notte tra il 12 e il 13 dicembre è tra le più attese dell’anno dai più piccini. Perché, in sella al suo asinello, arriverà Santa Lucia. Per consentirle di lasciare i suoi doni in ciascuna casa è usanza preparare un piatto di sale e una ciotola di acqua per l’asino: alla mattina sarà tutto vuoto, accanto alle delizie e ai pacchetti lasciati dalla Santa che, con il suo arrivo, porta via anche il giorno più corto dell’anno, come ricorda il vecchio proverbio «Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia».
La Santa nata a Siracusa tra il 280 e il 290 d.C. fu consegnata alle autorità romane sotto la persecuzione cristiana voluta da Diocleziano agli albori del IV secolo. La consegnò un ragazzo di fronte al suo rifiuto: Santa Lucia da quando aveva cinque anni aveva dedicato la sua vita alla fede, facendo così voto di castità e povertà. Era giovanissima quando la giustiziarono il 13 dicembre del 304 e così il suo giorno venne trasformato in un giorno di festa per i più piccoli.
Il suo seppellimento è raccontato da Caravaggio in uno dei suoi più grandi capolavori, che realizzò in soli due mesi dopo essere fuggito al Carcere di Malta e arrivato a Siracusa. Non ritrae, com’era solito all’epoca il momento del martirio ma vuole che lo spettatore assista a un nuovo tragico avvenimento, in cui è tutto sospeso e lento. I becchini scavano la fossa alla santa che sul collo riporta una grande ferita, quella della decapitazione.
Ed è proprio Santa Lucia a prendere in grembo Dante Alighieri per trasportarlo dall’antipurgatorio fino alla porta del Purgatorio: “I’son Lucia / lasciatemi pigliar costui che dorme, sì l’agevolerò per la sua via”. Così Dante può sognare e continuare a dormire, avvolto nella luce. Così lo raffigura nel suo acquerello il grande poeta e illustratore William Blake.
Infine a lei Francesco De Gregori ha dedicato una canzone ricca di metafore e un poco criptica, ispirata dalla mamma che ringraziava “Santa Luzia” nel ritrovare cose che aveva cercato da tempo senza riuscire a scovarle. Così è una canzone che chiede di aiutare coloro che non vogliono o non sanno vedere le ingiustizie, quelle «persone facili, che non hanno dubbi mai». E il grande Dalla non mancò mai di sottolineare all’amico De Gregori la profondità di quanto aveva scritto.
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Veronica Pederzolli