A Kay Rush il Premio Bonatti per la carriera
COURMAYEUR. Si è svolta sabato scorso, tra Courmayeur e Chamonix, la 23a edizione dei Piolets d'Or per scegliere e premiare le migliori e più impegnative scalate del 2014.
I riconoscimenti sono andati agli statunitensi Tommy Caldwell e Alex Honnold, ai russi Aleksander Gukov e Aleksey Lonchinsky ed agli sloveni Marko Prezelj, Ales Cesen e Luka Lindic. I primi hanno firmato la traversata del Fitz Roy (Argentina), i secondi hanno scalato la parete sud del Thamserku (Nepal), gli ultimi hanno aperto una nuova via sul versante nord dell'Hagshu (India).
Le loro imprese sono state selezionate da un elenco di 58 ascensioni da una giuria internazionale composta da Hervé Barmasse (Italia), Kazuki Amano (Giappone), Valeri Babanov (Russia), Stephane Benoist (Francia), Andy Houseman (Gran Bretagna), Michael Kennedy (Stati Uniti), Ines Papert (Germania), Raphael Slawinsky (Canada), Andrej Stemfeli (Slovenia).
Nel corso della serata condotta da Kay Rush, il Piolet d'Or alla carriera-Premio Walter Bonatti è stato invece assegnato al britannico Chris Bonington, classe 1934, fuoriclasse dell'alta quota che ha cambiato l'approccio dell'alpinismo sulle Alpi e in Himalaya tra gli anni '60 e gli anni '80. Annapurna II, Nuptse, il pilastro del Freney sul Monte Bianco, le Torri del Paine, il Changabang, lo Shivling sono alcune delle "perle" che hanno impreziosito la sua vita alpinistica. Il nome di Bonington entra quindi a pieno titolo nell'albo d'oro della manifestazione dopo lo stesso Bonatti, Reinhold Messner, Doug Scott, Robert Paragot, Kurt Diemberger e John Roskelley.
C.R.