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Salvini ad Aosta invoca "libere elezioni"


Matteo Salvini

AOSTA. Subito dopo l'approvazione del bilancio «si dovrà andare ad elezioni» e «se qualcuno pensa di fare un governo a colpi di 18 consiglieri arrabattati, da parte nostra troverà una battaglia consiliare senza precedenti». Andrea Manfrin, capogruppo della Lega VdA in Consiglio regionale, è intervenuto così dal palco della sala dell'Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta dove era atteso questa mattina Matteo Salvini.

Lui, il leader della Lega, ha fatto la sua comparsa intorno alle 11. Accompagnato dal "Nessun dorma" di Puccini, è salito sul palco vicino ai politici regionali e comunali. Di fronte a loro sostenitori leghisti di vecchia data insieme ad elettori delusi dagli altri partiti o movimenti ed anche qualcuno in cerca principalmente di una foto con un personaggio noto da esibire sui social.

L'intervento di Salvini si è concentrato sulle inchieste giudiziarie che quest'anno in particolare hanno travolto in più ondate la politica e le massime istituzioni valdostane con le gravi accuse di voto di scambio con la 'ndrangheta. «Chiediamo un solo regalo a Gesù Bambino: libere elezioni il prima possibile», ha detto sostenuto dagli applausi dei circa 300/400 presenti in sala. «Il 2020 sarà l'anno della liberazione della Valle d'Aosta con la Lega finalmente al governo di questa terra», ha anche annunciato lanciando la ricandidatura di Nicoletta Spelgatti alla presidenza della Regione.

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Salvini ha attaccato coloro che «approfittano di questo periodo triste e squallido per mettere in discussione il concetto di autonomia: l'autonomia della Valle d'Aosta non si tocca. Il problema non è l'autonomia, ma i ladri degli altri partiti» che hanno usato l'autonomia per «fare i porci comodi loro». E poi ancora: «Se c'è qualcuno che per prendere due voti in più ha messo "autonomista" alle fine del nome del proprio partito e poi faceva accordi con la 'ndrangheta, l'unica autonomia che può avere è l'ora d'aria in carcere»

Da Aosta l'ex ministro degli interni ha parlato inoltre dei suoi guai con la giustizia. «Io di avvocati ho bisogno», ha detto scherzando rivolgendosi a Spelgatti (che è appunto un avvocato) a proposito delle ipotesi di accusa di sequestro di persona per il mancato sbarco di 131 migranti quando era a capo del Viminale. «Io - ha detto - da ministro ho difeso i confini, la sicurezza e l'orgoglio del mio Paese». Si è poi rivolto ai magistrati: «Andate a inseguire i mafiosi invece di rompere le palle a uno che ha fatto il suo lavoro». 

Verso la fine dell'intervento anche un duro commento rivolto agli ex alleati del Movimento 5 stelle ed al presidente del consiglio: «Mi fanno pena i Conte e i Di Maio che spendono la propria dignità nel nome di un processo a Salvini che salva solo la loro poltrona».

Conclusi gli attacchi pronunciati dal palco, il leader leghista ha chiuso il microfono e si è messo in posa per i selfie con i sostenitori.

 

 

 

Clara Rossi

 

 

 

 

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