Il movimento chiede di 'impedire lo smantellamento' dell'impianto di Verrès e, a livello regionale, di adottare un piano industriale complessivo
VERRES. "Una realtà produttiva in grado di rappresentare il fiore all'occhiello nei processi di rinnovamento e modernizzazione del settore automotive va sostenuta e accompagnata in un processo di consolidamento e riconversione". Così Ambiente Diritti Uguaglianza sulla crisi della Shiloh di Verrès, stabilimento a rischio chiusura che occupa circa 150 lavoratori.
"L'avvicendamento, nel tempo, di almeno 10 amministratori delegati e 7 responsabili del personale non è bastato, evidentemente, ad impedire la crisi della Shiloh e il cadere nella spirale delle esternalizzazioni di interi reparti, drenando così risorse dai territori e impedendo il consolidarsi di processi durevoli di sviluppo", evidenzia ADU. Adesso la priorità è "impedire lo smantellamento dell'impianto" e "dare continuità all'attività della Shiloh, ricercando eventualmente un nuovo proprietario interessato a investire sullo stabilimento di Verrès e mettendo in campo adeguati finanziamenti".
La situazione dello stabilimento verrezziese "non è che l'ennesima tappa di un lento e inesorabile stillicidio della capacità industriale locale. Lavoro, reddito, competenze, tecnologia, futuro: tutto questo continua a defluire dai confini regionali senza che si sappia andare oltre alle pur indispensabili misure “cuscinetto”, necessarie a dare momentaneo sollievo ai lavoratori". Ecco perché, dice ancora Ambiente Diritti Uguaglianza, la Regione dovrebbe avviare "un processo intensivo di confronto con i lavoratori, con i sindacati e con le imprese e si doti al più presto di un complessivo piano industriale per il rilancio del settore, prevedendo anche forme di intervento diretto nelle realtà chiave".
Elena Giovinazzo