Le risposte della Regione ai dubbi di Legambiente sulla centrale idroelettrica di Valgrisenche

In Consiglio Valle interpellanze di Lega e Pcp dopo le preoccupazioni espresse dall'associazione

 

Le preoccupazioni di Legambiente sul progetto della centrale idroelettrica a Valgrisenche, con derivazioni dai torrenti Dora di Vaudet e di Grand’Alpe, hanno unito negli intenti due forze politiche solitamente molto distanti tra loro: Pcp e Lega. In Consiglio regionale i due gruppi consiliari hanno presentato delle interpellanze per conoscere lo stato della situazione in merito al progetto e alle criticità evidenziate dall'associazione ambientalista, come la scadenza delle autorizzazioni concesse anni fa alla luce della Direttiva e delle norme introdotte nel 2017, il pagamento dei canoni e l'eventuale cambio di titolarità della concessione.

A fare chiarezza sui punti l'assessore alle Opere pubbliche, Carlo Marzi. «I riferimenti sulla presunta decadenza del provvedimento di via non sono corretti e portano a conclusioni erronee, distanti dalla realtà dei fatti», ha spiegato. Per le autorizzazioni già rilasciate al momento dell'entrata in vigore delle modifiche normative nel 2017 «non è prevista applicazione delle disposizioni della Direttiva» e non è necessario ripassare dalla Via (Valutazione di Impatto Ambientale) poiché i lavori dell'opera sono  stati «avviati a maggio 2017».

Ancora Marzi: «anche l'Autorizzazione Unica risulta ben lungi dall’essere decaduta, producendo i suoi effetti per un arco temporale di oltre due anni dalla data odierna: dal 31 gennaio 2020, i titoli abilitativi edilizi in essere sono stati prorogati quale misura per fronteggiare l’emergenza da Covid-19». Dunque «non sussistono, ad oggi, valide ragioni giuridiche per riproporre la Via».

La Regione «concederà il nulla osta ad un eventuale subentro nella titolarità della concessione qualora sussistano i requisiti giuridici del concessionario subentrante».

Poi la questione dei canoni non pagati. «Dal 6 giugno 2021 al 31 dicembre 2021 - ha chiarito ancora l'assessore alle Opere pubbliche - la società Chatelet Srl deve corrispondere 75.440 euro a titolo di canone alla Regione; 3.714 euro a titolo di sovracanone enti rivieraschi alla Regione e 11.144 al Comune di Valgrisenche; 59.454 euro a titolo di sovracanone al BIM della Valle d'Aosta. Tali importi sono stati comunicati alla società nel mese di settembre del 2021 e accertati a bilancio della Regione a gennaio 2022». Il mancato introito di queste somme «esporrebbe i funzionari regionali a profili di responsabilità amministrativo-contabile, censurabili dalla Corte dei Conti».

Alla luce della risposta di Marzi, la consigliera Minelli (Pcp) ha sollecitato «una riflessione a livello politico, al di là delle interpretazioni tecniche. Non ha senso applicare la vecchia normativa se non per un lasso di tempo ragionevole. Le strutture seguono ciò che è stato previsto, ma bisogna pensare alle varie questioni, anche a quella dei canoni».

Soddisfatta della risposta la consigliera Spelgatti (Lega). «È una situazione talmente complessa, con mille sfaccettature, che bisogna avere un punto di partenza, sapendo non soltanto quello che sostiene Legambiente, ma avendo anche una risposta ufficiale della Regione.»

 

 

redazione

 

 

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