Forza Italia contro il segretario PD Tonino: 'pensi a fare meglio il presidente del Consiglio comunale di Aosta'

 

Il coordinamento azzurro replica con toni duri alla proposta del segretario regionale dei democratici di cambiare le regole sulla formazione dei gruppi in Consiglio Valle

 

La proposta di cambiare le regole sulla formazione di nuovi gruppi all'interno del Consiglio regionale della Valle d'Aosta avanzata dal segretario regionale del PD, Luca Tonino davanti all'assemblea di Rete Civica infiamma il coordinamento di Forza Italia VdA.

«L'ossessione del segretario regionale del Pd per Forza Italia è sbarcata direttamente nell'assemblea di Rete Civica», tuona in una nota il coordinamento azzurro. «Luca Tonino, anziché guardare in casa propria e ai tanti problemi che stanno funestando la necessaria serenità di azione dell'intero campo progressista, ha pensato bene di lanciare la richiesta di cambiare il regolamento del Consiglio Valle con riferimento alle modalità di formazione di nuovi gruppi consiliari, alla luce del nostro recente ingresso in aula».

Pur non avendo ottenuto i voti necessari per essere rappresentato in Consiglio regionale alle elezioni regionali del 2020, il partito di Forza Italia ha potuto costituire un gruppo lo scorso aprile nell'assemblea valdostana grazie al cambio di partito di due consiglieri eletti con movimenti autonomisti e in seguito confluiti in FI.

«Ogni eletto ha la facoltà di esercitare le proprie funzioni senza vincolo di mandato, diritto costituzionalmente garantito che dovrebbe essere posto a caposaldo di un partito che si autoproclama "democratico" per definizione», sottolinea Forza Italia. E, aggiunge, «ci sarebbe da chiedere al segretario regionale Luca Tonino se il gruppo Federalisti progressisti-Pd si sia effettivamente presentato al vaglio degli elettori valdostani nel settembre 2020, visto che, per stessa ammissione dei suoi ormai ex alleati del Progetto Civico Progressista, da solo non sarebbe nemmeno riuscito a presentare una lista in autonomia».

Il coordinamento azzurro va oltre. Il segretario regionale del PD dovrebbe «pensare a fare bene e meglio il presidente del Consiglio comunale di Aosta, richiamo peraltro già avanzatogli tempo fa nella sede deputata, a rispettare anche chi non la pensa come lui, a rispettare la separazione tra ruolo politico e cariche istituzionali e a tenere presente il fatto che, quando si punta il dito contro qualcuno, almeno tre dita puntano in direzione opposta. Anche per indicare - conclude il coordinamento di FI - la clamorosa giravolta compiuta in questi giorni sulla riforma della legge elettorale, che, al fine di preservare le proprie posizioni di potere, ora non prevede più l'elezione diretta del Presidente della Regione. Un gioco di prestigio che nasconde un fine tutt'altro che nobile: il mantenimento delle posizioni di potere a discapito della stabilità politica in Valle d'Aosta».

 

 

redazione

 

 

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