Garante per i disabili, perplessità del Pcp sulla proposta di legge

Guichardaz e Minelli: servivano più approfondimenti, ha prevalso la volontà di attribuirsi il merito senza tener conto delle ricadute

 

Chiara Minelli ed Erika Guichardaz

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta discuterà tra domani e giovedì una proposta di legge per assegnare al Difensore civico anche il ruolo di Garante per i diritti dei disabili. Il testo, presentato da Baccega e gruppo Lega e ora condiviso dalla maggioranza, è stato esaminato in via d'urgenza in Prima Commissione incassando il parere favorevole con l'astensione del gruppo Progetto Civico Progressista.

Le due consigliere del Pcp, Erika Guichardaz e Chiara Minelli, spiegano: il testo emendato contiene troppi elementi critici. «Già nella prima fase di discussione - affermano - avevamo sottolineato le criticità circa la scelta di attribuire anche il ruolo di Garante per i diritti delle persone con disabilità alla Difensora civica che già funge da Garante per i detenuti e Garante per l'infanzia e l'adolescenza, sia per la mancanza di risorse adeguate per l'espletamento di questo ruolo sia, soprattutto, perché lo stesso richiede specifiche competenze non solo amministrative, ma anche giuridico-sanitarie e sociali, attualmente indisponibili».

Dalle audizioni svolte in Commissione, proseguono Minelli e Guichardaz, le problematiche sollevate sono state in sostanza confermate.

Le perplessità evidenziate dal Pcp riguardano anche altri aspetti della proposta di legge che vede come relatori i consiglieri Manfrin (Lega) e Padovani (Fp-Pd): l'introduzione di «un soggetto esperto a supporto del Garante (?) che svolgerà la propria attività all'interno dell'amministrazione per cinque anni a titolo gratuito» e «in alcuni passaggi, il richiamo solo ad alcune categorie di disabilità con il rischio di limitare il campo di azione del Garante». Le due consigliere evidenziano inoltre la possibilità che si creino «false speranze» con la scelta di estendere la difesa dei diritti delle persone con disabilità ai caregiver, «che vengono sostanzialmente equiparati alle persone da loro accudite in materie come l'accesso al lavoro, ai servizi, le discriminazioni, la rimozione delle barriere architettoniche, generando così confusione».

«Alla luce di queste significative modifiche ci sembrava indispensabile un secondo confronto con la Difensora civica e un verifica con il Dipartimento legislativo», aggiungono le esponenti del Pcp, ma «la richiesta è stata respinta perché si aveva urgenza di andare ad approvazione, un'urgenza di cui non si comprende il senso se non quello di attribuirsi il merito di essersi occupati di un tema così importante, senza tener conto delle ricadute che una tale scelta potrà avere e a scapito di un testo di legge più mirato ed incisivo e di un percorso più partecipato».

 

 

E.G.

 

 

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