Referendum legge elettorale, Pcp interpella un secondo costituzionalista

«Evidente il tentativo di trovare qualche motivazione per non svolgere la consultazione popolare»

 

Prima Commissione

Il Progetto Civico Progressista ha chiesto un secondo parere in merito alla consultazione referendaria sulla riforma elettorale da affiancare a quello del professore all'Università La Sapienza di Roma Massimo Luciani, interpellato dalla prima Commissione del Consiglio Valle il mese scorso.

«La prima Commissione e il Presidente del Consiglio hanno respinto la nostra proposta di richiedere un secondo parere ad un altro illustre costituzionalista, al fine di disporre di una pluralità di punti di vista», spiegano le consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli. «Considerato questo atteggiamento di chiusura, il gruppo consiliare regionale di Pcp si è attivato per individuare un altro consulente di grande autorevolezza, testimoniata da titoli e pubblicazioni». Si tratta di Andrea Morrone, docente di diritto costituzionale all'Università di Bologna.

Domani, martedì, è intanto programmata l'audizione del prof. Luciani in prima Commissione sull'ammissibilità del referendum consultivo. Giovedì poi saranno sentiti i promotori della richiesta di consultazione popolare. Sei mesi fa tuttavia la presidenza del Consiglio aveva già attestato la validità della richiesta di referendum consultivo, evidenza il Pcp. «Non è conforme alla legge - dicono le due consigliere regionali del gruppo - che si sia investita la prima Commissione consiliare del compito di fare un approfondimento sulla legittimità della richiesta, visto che questa era già stata accertata dagli uffici ed organi competenti, come previsto dalla norma». Allo stesso tempo, prosegue il Pcp, «non è una procedura corretta che, avendo comunque deciso di fare approfondimenti, si sia voluto richiedere un parere ad un solo consulente e che tale consulente sia stato individuato senza una procedura di avviso pubblico e selezione di più offerte e più curricula».

Secondo Erika Guichardaz e Chiara Minelli «è evidente il tentativo di trovare qualche motivazione per non svolgere la consultazione popolare, che invece sarebbe di grande utilità per conoscere l'orientamento della popolazione su una riforma elettorale fondamentale per fare uscire la Regione da una cronica e deleteria situazione di instabilità politica».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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