Bonus volumetrici per alberghi, nuovi paletti per prevenire speculazioni edilizie

Il Consiglio Valle ha approvato alcune modifiche agli ampliamenti fino al 40%. Assessore Grosjaques: «mettiamo regole per evitare situazioni anomale»

 

La normativa regionale sugli ampliamenti volumetrici fino al 40% delle attività turistico-ricettive, bar e ristoranti cambia. Il Consiglio Valle ha approvato le modifiche ai bonus volumetrici e ai volumi per centro benessere con l'obiettivo di correggere alcune storture emerse nel corso degli anni, prevenire speculazioni edilizie e mantenere il più possibile la norma fedele al suo intento originario e cioè aiutare gli operatori turistici a mantenere la propria attività competitive sul mercato.

Con questa finalità, l'accesso ai nuovi bonus volumetrici è subordinato ad alcune regole come il vincolo della destinazione d'uso a dieci anni (la versione iniziale del testo, emendata dal governo stesso, indicava cinque anni) e l'obbligo di rispettare un certo rapporto tra la superfice da destinare a centro benessere e quella utilizzata dalla vera e propria attività ricettiva. Il testo inoltre esclude gli interventi di nuova costruzione degli ostelli per la gioventù e i posti tappa escursionistici (i cosiddetti dortoirs).

L'assessore al Turismo e Commercio, Giulio Grosjaques, ha spiegato che sono emerse delle «situazioni anomale» nell'applicazione della legge. «Vorrei però sgombrare il campo: con questo provvedimento non stiamo precludendo agli imprenditori la possibilità di ampliare, ma stiamo mettendo delle regole, perché nelle 263 richieste presentate si sono verificate delle anomalie. Non c'è niente che impedisca l'attività imprenditoriale, viene semplicemente messa la parola fine ai cambi di destinazione d'uso delle attività turistico-ricettive».

Il gruppo Lega, che in Commissione aveva votato a favore del testo, oggi si è astenuto. «Ci viene chiesto di esprimerci - ha spiegato Luca Distort - su un testo diverso da quello che abbiamo approvato. Non è nostra intenzione boicottare questo disegno di legge, ma ci preme rilanciare l'appuntamento al prossimo atto normativo annunciato dalla maggioranza che dovrebbe avere una visione più ampia del mondo dell'imprenditoria. La normativa deve dare indicazioni e non costruire dei recinti».

Anche il gruppo FI si è astenuto. «Nelle audizioni in Commissione è emersa la necessità di correggere le situazioni necessarie ad arginare la questione delle speculazioni - ha detto il capogruppo Pierluigi Marquis -. Tuttavia il Governo non ha saputo comunicare l'entità delle criticità rilevate. Come possiamo pronunciarci su questa norma se non ci sono stati forniti gli strumenti necessari? Questo approccio metodologico non è sicuramente positivo e non genera i miglioramenti qualitativi che noi auspichiamo».

Il PCP, come gli altri gruppi, si è astenuto. «Questa modifica legislativa - ha dichiarato la capogruppo Erika Guichardaz - ha l'obiettivo di arginare in qualche modo un uso improprio della norma e metterci al riparo da speculazioni, come dettoci in Commissione. I numeri forniti dall'assessore in Commissione, infatti, ci dicono semplicemente che vi sono state 161 autorizzazioni e 102 pareri, ma non conosciamo la percentuale di questi aumenti né l'entità volumetrica di cui stiamo parlando. Questa norma è l'ennesima toppa a dimostrazione che non vi è una visione complessiva».

Per la maggioranza, il capogruppo di AV-VdA ha ribadito che il provvedimento intende «fare ordine. A monte ci sono state criticità e bisogna avere la capacità e la forza di trovare delle soluzioni. La nostra visione politica vuole rispondere alla necessità di recuperare l'enorme patrimonio edilizio valdostano e con questa norma fissiamo i pilastri fondamentali per farlo».

 

 

Clara Rossi

 

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