Affitti brevi turistici e nuova imposta di soggiorno: via libera del Consiglio Valle

Approvati i due interventi normativi in campo turistico. I dubbi dell'opposizione sugli affitti brevi: troppe incombenze burocratiche

 

Turismo

Un lungo dibattito ha preceduto l'approvazione della nuova legge regionale sugli affitti brevi turistici. Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha espresso 19 voti a favore, 13 contrari e 2 astensioni del gruppo Pcp. 

«La volontà di fare ordine in questo settore perché oggi è escluso da ogni regola», ha affermato l'assessore regionale al turismo e commercio, Giulio Grosjacques. «Il settore della locazione turistica è cresciuto in modo esponenziale in questi ultimi anni ed è un fenomeno estremamente complesso che concerne aspetti trasversali e dinamiche differenziate. Questa iniziativa legislativa non era più procrastinabile: siamo l'unica Regione a non avere contezza delle dimensioni di questo settore».

Le novità introdotte dalla legge

Il testo approvato definisce gli alloggi a uso turistico (intese come camere ubicate in prima case e camere o unità abitative qualificate come seconde case), i tipi di servizi sono erogabili e la figura del locatore per finalità turistiche; introduce il Codice identificativo regionale (detto Cir) assegnato dai Comuni a ciascun alloggio; stabilisce gli adempimenti amministrativi richiesti e i servizi erogabili negli alloggi a uso turistico, l'imposta di soggiorno (parificandoli alle strutture turistico-ricettive) e l'aspetto della promozione da parte dell'Office régional du tourisme, nonché i controlli e le sanzioni. 

La norma è stata approvata con alcune modifiche rispetto al testo originario: limitazione del periodo di applicazione da 180 a 30 giorni ed eliminazione della presentazione della planimetria catastale. «Le pratiche fiscali diventano due - ha riassunto l'assessore -: quella della comunicazione alla Questura e quella della comunicazione ai fini statistici in forma anonima e aggregata delle presenze».

I dubbi dell'opposizione

Lega, Forza Italia e gruppo misto hanno votato "no". «Questa legge, se entrerà in vigore così, avrà l'effetto di lasciare le case vuote», ha dichiarato il leghista Paolo Sammaritani sottolineando il rischio di ritrovarsi con una norma «inapplicabile» che renderà necessario un secondo intervento legislativo. La maggioranza ha risposto che la norma è aperta a variazioni. «Riteniamo opportuno, dopo un primo periodo di applicazione della norma, valutarne il funzionamento e se necessario fare degli aggiustamenti», ha affermato Corrado Jordan (Av-VdaU). 

Sempre secondo la Lega il testo votato «è pieno di incombenze burocratiche e che va nella direzione opposta di quanto invece si dovrebbe fare», come affermato da Raffaella Foudraz. Anche secondo Forza Italia «la crescita di incombenze amministrative sproporzionate e l'introduzione di un meccanismo sanzionatorio e di controllo in cui "costerà più la corda del sacco" creeranno danni al sistema turistico e al comparto commerciale», come dichiarato dal capogruppo Pierluigi Marquis.

Claudio Restano (gruppo misto) ha parlato di maggioranza che procede a tentoni in campo turistico. «Se vogliamo valorizzare gli affitti brevi, dobbiamo avere un approccio diverso, coinvolgendo gli stakeholders, ma in questo testo di legge non si trova nessuna azione positiva nei loro confronti. Non ravvisiamo l'urgenza di portare questa norma: avremmo potuto aspettare qualche mese e portare una riforma organica che coinvolgesse tutto il comparto».

Cambia la legge sull'imposta di soggiorno

Il Consiglio regionale ha anche approvato la revisione della legge sull'imposta di soggiorno. Il relatore Antonino Malacrinò ha sottolineato i quattro punti principali della modifica normativa: rendere l'imposta uniforme in tutti i Comuni, uniformare le tariffe applicate in Valle d'Aosta a quelle delle principali mete turistiche delle Alpi, estendere l'imposta di soggiorno agli ospiti degli alloggi a uso turistico e prevedere, per le strutture turistico-ricettive soggette a classificazione (aziende alberghiere e i complessi ricettivi all'aperto), un nuovo criterio di applicazione dell'imposta basato sul numero di stelle attribuite e non più sui prezzi praticati.

«Si prevede che l'imposta sia applicata dal Comune secondo un principio di gradualità, con un importo minimo di 50 centesimi e un importo massimo di 5 euro per notte di soggiorno: il gettito dovrà essere destinato al finanziamento di interventi di promozione turistica, valorizzazione del territorio, manutenzione fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali», ha spiegato ancora il relatore.

Il testo è passato con 28 voti a favore e 4 astenuti (Pcp, Fi e misto).

 

 

Clara Rossi

 

 

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