Quirinale, prima fumata nera. Oggi due votazioni - diretta dalle 9.30

PD compatto su Mattarella (sostenuto anche dalla delegazione valdostana) - Berlusconi: Renzi ha rotto il patto

camera-urneFumata nera. Il primo scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica è finito con un nulla di fatto. Nessuno ha infatti ottenuto il quorum necessario, fissato per le prime tre votazioni, a quota 673. Le schede bianche sono state 538, mentre i voti per il candidato di M5s Imposimato sono stati 120, per quello di Lega e Fdi Feltri 49 e per quello di Sel Castellina, 37. Non sono mancati anche, come accade spesso in queste occasioni i voti "goliardici": oltre al prevedibile Giancarlo Magalli, oggetto negli ultimi giorni di una campagna virale, hanno ottenuto voti anche Ezio Greggio, Sabrina Ferilli e Massimo Giletti. Ma l'attenzione, naturalmente, è rivolta già al voto di sabato mattina alle 9.30, quando, col quorum che scenderà a quota 505, si vedrà se diventerà presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il candidato proposto dal premier Matteo Renzi ai grandi elettori e approvato all'unanimità (sostenuto anche dalla delegazione valdostana composta da Augusto Rollandin e dai parlamentari Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz).

Le esperienze degli ultimi anni inducono alla prudenza visto che, nel segreto dell'urna, nulla pone il Pd al riparo da imboscate dell'ultim'ora. La linea di Forza Italia è netta, ma le parole del leader surriscaldano il partito e il centrodestra intero. "Non siamo stati noi a non rispettare i patti ma è stato Renzi a non rispettarli. Nulla sulla persona, che ho chiamato per spiegargli il voto di Forza Italia, ma Sergio Mattarella non è una candidatura condivisa. Non voteremo Mattarella anche dopo la quarta votazione", ha detto Silvio Berlusconi parlando all'assemblea dei grandi elettori di Forza Italia.

"Abbiamo portato il Patto del Nazareno alle estreme conseguenze e, quando doveva funzionare, è saltato e non ha più funzionato", ha spiegato il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, interpellato dai cronisti di Montecitorio. "Renzi ha ben tre maggioranze: una maggioranza di governo, una delle riforme e una sul Presidente della Repubblica. Ha una bulimia di maggioranze", ha aggiunto Romani che poi, alla domanda se FI si sfilerà dalla maggioranza delle riforme ha spiegato: "Renzi può controllare il suo partito, non può controllare la maggioranza delle riforme". Dissenso per la scelta dei Democratici è stato espresso anche da Ap (Ncd-Udc). Dal canto suo Pierluigi Bersani ha apprezzato la decisione del suo partito. "Con Sergio Mattarella - ha commentato -stiamo facendo una scelta solenne. Mi pare che il Pd dimostri di aver compreso i compiti e le responsabilità che ha. Stavolta bisogna metterci la responsabilità e la lealtà che l'altra volta non ci sono stati. Io dico che questo me lo devono anche a me i grandi elettorali del Pd: di raffigurare un partito che è al servizio del paese. Allora cerchiamo di farlo".

Il calendario degli scrutini, fissato dalla conferenza dei capigruppo congiunta di Camera e Senato, prevede oggi due votazioni, senza interruzioni, e uno sabato mattina. Anche se il Pd aveva provato a chiedere di procedere alla quarta votazione (quella presumibilmente decisiva) già nella serata di venerdì e non nella mattinata di sabato.

 

Clara Rossi

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