Dai decoratori di unghie ai filosofi: le mille attività che il Parlamento vorrebbe disciplinare

 

Molte proposte per istituire nuovi albi professionali. Come i tatuatori o i fisioterapisti non vedenti

unghie-decorateROMA. L'ultimo è stato Carlo Giovanardi. Il senatore di Nuovo centrodestra, noto per le sue posizioni intransigenti in materia di famiglia tradizionale, nei giorni scorsi ha depositato un disegno di legge per disciplinare l'attività di onicotecnico. Che, tradotto per i non informati, consiste nell'applicazione e decorazione di unghie artificiali. "Un adeguamento dell'estetica ai canoni della moda corrente e del costume", scrive l'onorevole nella relazione introduttiva alla sua proposta, che va però sanato perché questa attività "di natura artistica ed artigianale, è attualmente priva di normativa specifica che la distingua dall'attività di estetista". E già nel 2001 una sentenza del Tar del Veneto sottolineò che ad essa "non è assimilabile". Insomma, non ci si può mettere a decorare le unghie senza l'iscrizione all'albo delle imprese artigiane. E in ogni caso, non è consentito lo svolgimento del mestiere "in forma ambulante o di posteggio". Quella di Giovanardi, però, è solo l'ultima di una lunga serie di proposte di legge che mirano a disciplinari professioni (o semplici attività) che finora non sono regolamentate.

Sotto quest'aspetto il primato spetta al deputato democratico Angelo Capodicasa, già viceministro ai tempi dell'ultimo governo Prodi, che vorrebbe addirittura istituire un albo per i consulenti filosofici. Del resto, "il singolo e i gruppi si rivolgono spesso al filosofo spinti prevalentemente dal desiderio di acquisire maggiore consapevolezza di loro stessi e del loro ruolo nella comunità". E senza albo, come si fa a capire chi è titolato a "fornire un supporto e un orientamento nell'ambito dei processi esistenziali, decisionali, relazionali e affini"?. Per la cronaca, Capodicasa è laureato in Filosofia. Ma la sua proposta di legge, presentata un anno fa, non ha nemmeno iniziato l'iter in commissione Cultura. Il forzista Luigi D'Ambrosio Lettieri si preoccupa invece dei fisioterapisti non vedenti, con l'obbligo per ospedali, ambulatori, istituti, case di cura e centri di riabilitazione privati o convenzionati di assumerne in deroga uno ogni 20 previsti nella pianta organica.

La collega Maria Rizzotti, azzurra anche lei, pensa invece ai "conducenti di emergenza sanitaria". Ovvero, gli autisti delle ambulanze, in modo da "permettere la libera circolazione dei lavoratori nell'area comunitaria". E magari, mettendosi al volante, cercare fortuna all'estero. Ma guai a chi, per quanto bravo, ha solo la licenza elementare: per esercitare bisogna aver almeno terminato le scuole medie. Il presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, Altero Matteoli, ha invece trovato una lacuna, da riempire disciplinando l'attività del consulente chimico di porto, chiamato a supportare i comandanti "laddove si prospetti come necessaria la conoscenza di elementi di natura tecnico-specialistica". E via di questo passo, dai tatuatori (Andrea Mandalli, Forza Italia) agli erboristi (la dem Anna Margherita Miotto e la grillina Elena Fattori), dagli estetisti (Ivan Della Valle, M5S) ai pedagoghi (Silva Amati, Pd), dall'attività di panificazione ai mediatori culturali. Fino al riconoscimento, caldeggiato dal leghista Paolo Grimoldi, dell'osteopatia come professione sanitaria primaria, così da richiedere una laurea.

 

Clara Rossi

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