Da luglio 2017 gli importi saranno aggiornati alla reale capacità economica degli inquilini
AOSTA. La Regione rimette mano al sistema di calcolo dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale. E' di oggi la delibera con cui la giunta regionale ha approvato le nuove modalità di determinazione della quota e secondo le previsioni dell'assessorato all'Erp le novità potranno causare aumenti anche significativi, fino al 120 o 150 per cento, a partire dal 1° luglio 2017.
Alcune delle case popolari in questione sono state assegnate negli anni Settanta. In questi 40 anni la situazione economica delle famiglie assegnatarie può essere notevolmente cambiata ed il nuovo sistema punta ad adeguare il canone alle reali capacità economiche degli inquilini. Quelli divenuti più poveri pagheranno dunque un canone più basso mentre quelli che hanno migliorato la situazione economica pagheranno di più in una «logica di equità complessiva» ha detto in conferenza stampa l'assessore all'Erp Mauro Baccega. «L'auspicio - ha aggiunto l'assessore Baccega - è che con l'aumento dei canoni gli assegnatari comprino l'immobile o entrino nel mercato più consono alle loro possibilità, quello privato», liberando di conseguenza delle abitazioni popolari da riassegnare.
Per ricalcolare il canone si terrà conto prima di tutto della superficie dell'alloggio e del valore locativo fissato dall'Omi, l'Osservatorio del Mercato Immobiliare gestito dall'Agenzia delle Entrate. A questo importo di base sarà applicato un coefficiente che tiene conto della vetustà dell'alloggio e dello stato di conservazione dell'abitazione e dell'immobile in cui si trova ed infine il valore locativo sarà rapportato all'indicatore Ise del nucleo familiare.
Sempre secondo le stime dell'assessorato, le novità aumenteranno di circa 10.000 Euro l'anno le entrate nelle casse dell'Azienda regionale dell'edilizia residenziale che presto gestirà circa 1.500 alloggi popolari.
Elena Giovinazzo