Uno studio da 2 milioni per bacini idrici sostenibili nel territorio alpino

La Regione Valle d'Aosta presenta un progetto di collaborazione con ricercatori italiani e francesi per affrontare la carenza idrica

 

Valle d'Aosta

La giunta regionale della Valle d'Aosta ha dato il via libera alla presentazione di un progetto transfrontaliero del bando europeo "Nuove sfide" per la realizzazione di bacini di accumulo dell'acqua. "Becca", ovvero "Bacili Ecologicamente sostenibili e sicuri", è il nome della proposta che si limita per il momento a studiare le soluzioni possibili per adeguarsi ai cambiamenti climatici e affrontare la carenza idrica nei territori alpini.

«Si tratta della prima iniziativa di studio e ricerca diretta alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulla popolazione dell’arco alpino e sull'economia montana», afferma in una nota l'assessore regionale alle Opere pubbliche e territorio, Carlo Marzi. 

La proposta progettuale è riferita della programmazione interregionale europea Alcotra e, se approvata, andrà a «indagare sulle migliori tecniche da proporre ai portatori di interesse per supportare sia progetti di adeguamento di bacini esistenti che di realizzazioni di nuove opere».

Allo stesso tempo "Becca" aiuterà a individuare le aree del territorio dove posizionare futuri bacini di raccolta dell'acqua di piccole e medie dimensioni. Una sfida semplice solo in apparenza, perché lo studio dovrà riuscire a bilanciare le necessità di affrontare la carenza idrica, e quindi tutelare l'economia alpina, e di salvaguardare l'ambiente senza dimenticare i rischi naturali e la sicurezza idraulica dei territori.

Il progetto è sostenuto all'80% da fondi europei. Il costo complessivo è di circa 2 milioni di euro «di cui 434.475 euro in capo alla Regione - aggiunge l'assessore alle Opere pubbliche e Territorio - ed è supportato da un partenariato importante, che oltre alla Struttura opere idrauliche in qualità di capofila vede partecipare il Politecnico di Torino, l'Inrae di Aix-en-Provence e Grenoble dall'Université de la Savoie-Mont Blanc e il Settore Difesa del Suolo della Regione Piemonte».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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