Testolin 2: la vendetta

Mentre la Valle d'Aosta piange, l'Italia ride di noi

 

Renzo TestolinMai avrei pensato di scrivere un articolo del genere. Coloro che compongono la cosiddetta maggioranza in consiglio regionale stanno scrivendo la peggiore pagina politica della Valle d'Aosta. Quasi nessuno dei 19 ha sentito il bisogno di avere un qualche tipo di confronto col popolo valdostano. Ormai la vergogna è ben chiusa in cassaforte e la combinazione la detiene un personaggio che a tutti i costi vuole diventare Presidente e avere la delega delle partecipate. Questa determinazione ad agguantare il potere potrebbe essere motivata dal "sacro fuoco" della passione politica. Ma siccome "a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", soprattutto nei confronti dei politici, lo scenario che si profila all'orizzonte di questa nostra povera regione è terrificante. 

Mi immagino la riunione nella quale sabato scorso Renzo Testolin ha convocato i 18 che avrebbero dovuto garantire la sua elezione. Nel gruppo c'erano i due "franchi tiratori". Li avrà guardati negli occhi, uno alla volta, per convincerli a ripresentarsi in Consiglio regionale per un secondo voto. Avrà estratto dal cappello delle nascoste doti di eccelso affabulatore. Avrà utilizzato argomenti molto persuasivi per farli scattare sugli attenti al grido di "obbedisco".

Recentemente guardando alla situazione politica valdostana degli ultimi anni mi ero detto che più di così era impossibile scendere nel pozzo della vergogna. E invece mi sbagliavo. A questo punto mi sento di rivolgere un appello, quasi una supplica, ai gruppi di opposizione: votate anche voi Testolin per la presidenza della Regione. Perché nel caso in cui i franchi tiratori dovessero di nuovo fare il loro "lavoro", i voti della minoranza garantirebbero comunque l'elezione e ci eviterebbero di assistere a un terzo tentativo di elezione, un sequel del sequel.

Ai 18 coinvolti in questa triste sceneggiata rammento che quei pochi elettori che avranno voglia di tornare alle urne alle prossime elezioni si ricorderanno di chi lavora per il popolo Valdostano e non per dei "bravi ragazzi".



Marco Camilli

 

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