Istituzione dello psicologo di base: ne abbiamo parlato con la Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana

Gaetana D'Agostino

Come vi ho anticipato la scorsa settimana, nel pezzo con cui si è ufficialmente aperta questa nuova rubrica, una volta tanto la mia regione – la Sicilia – si è distinta dal resto d’Italia (o quasi) per qualcosa di positivo.

Lo scorso ottobre, infatti, l’Assemblea Regionale Siciliana ha votato all’unanimità un disegno di legge per l’istituzione dello psicologo di base. Quattro mesi dopo, mi sono chiesta a che punto fosse arrivato l’iter legislativo e, per questo motivo, ho intervistato la dottoressa Gaetana D’Agostino: Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana.

Dottoressa D'Agostino, in relazione al suo ruolo di Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia, può comunicarci lo “stato dell'arte” rispetto alla salute mentale nella sua regione? Quante persone soffrono di disturbi mentali? Quali sono le cure a cui sono ricorse finora? Cosa garantisce il servizio sanitario della Sicilia a questi pazienti?
«Stimare il numero di persone che soffrono di disturbi mentali in Sicilia è molto difficile. I dati del sistema sanitario non forniscono un quadro completo e molti pazienti si rivolgono al privato, rendendoli difficilmente identificabili. Tuttavia, l’ultimo aggiornamento INPS sulle richieste del bonus psicologo offre uno spaccato significativo. In Sicilia, su 27.229 domande presentate, solo 2.345 sono state accolte: meno del 10% dei richiedenti ha potuto usufruire del servizio. Questi dati sono preoccupanti. Da un lato, evidenziano una forte domanda di supporto psicologico da parte della popolazione. Dall’altro, la carenza di risorse del sistema sanitario regionale impedisce di soddisfare tale richiesta, costringendo molti cittadini a rivolgersi al privato e a sostenere interamente i costi delle cure. Ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: a fronte di una grande richiesta di psicologia non si riesce a garantire a tutti l’accesso alle cure, creando un grande dislivello tra chi può pagarsi un percorso e chi non può. La salute non può e non deve essere considerato un bene accessorio, un bene di lusso, ma deve essere un diritto per tutti e non un privilegio per pochi».

Il 17 ottobre 2023, l'Assemblea Regionale Siciliana ha votato all'unanimità una legge per l'istituzione dello “psicologo di base”: in questo caso, qual è lo “stato dell'arte” a oggi?
«Nell’ottica di superare quel dislivello di cui ho parlato e garantire a tutti l’accesso alle cure psicologiche, un grande passo avanti è stata l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana del “servizio di psicologia delle cure primarie”, assicurando un primo livello di cura accessibile a tutta la cittadinanza. La cosa che ritengo fondamentale sottolineare è che si tratta di una legge parlamentare voluta da tutte le forze politiche e votata all’unanimità. Non è stata una questione di schieramento politico, ma un’unità d’intenti da parte di tutti – sia della maggioranza che dell'opposizione – dimostrando una sensibilità comune verso la salute della popolazione. Un risultato ancora più importante, visto lo stanziamento economico di 7,4 milioni di euro, uno dei più alti in Italia fino a quel momento.  Adesso si sta lavorando ai decreti attuativi ed entro la fine dell’anno il servizio dovrebbe diventare operativo. Considero sicuramente l’approvazione di questa legge come un passo significativo nella promozione della salute mentale e nel miglioramento del benessere complessivo della popolazione siciliana, ma non dobbiamo ritenerlo come un punto d’arrivo, bensì un punto di partenza. Con l’approvazione della legge verrà garantito uno psicologo ogni 50.000 abitanti: un primo passo a cui dovranno seguirne tanti altri per soddisfare in maniera piena la richiesta proveniente da territorio».

Come cambieranno le cose rispetto al passato per i pazienti? Come funzionerà questa nuova figura “sanitaria” istituita per legge?
«I cittadini avranno maggiori possibilità di accesso alle cure psicologiche, con l’opportunità di ricevere assistenza tempestiva e adeguata per le loro esigenze di salute. Si potrà accedere facendo richiesta tramite i medici di medicina generale e sarà previsto un pagamento ticket in base all’ISEE. Lo psicologo delle cure primarie avrà il compito, nei tempi più brevi, di prendere in carico l’utenza, con l’intento di diminuire il peso crescente dei disturbi psicologi della popolazione, costituendo un filtro sia per i livelli secondari di cure che per il pronto soccorso. Intervenire sul disagio in maniera preventiva permetterebbe di intercettare quelle situazioni che, se non sono prese in tempo, possono evolvere in una vera e propria psicopatologia, avendo delle ripercussioni sulla persona, sul sistema sanitario stesso e sul benessere dell’intera cittadinanza».

Quanto ha dovuto lavorare l'Ordine che lei presiede per ottenere questo importante risultato?
«L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana ha avuto un ruolo importante nell’approvazione definitiva della ddl sullo psicologo delle cure primarie. Dopo essere stata audita in VI commissione, “Salute”, dell’Assemblea Regionale Siciliana, abbiamo presentato numerose proposte di integrazione ai diversi ddl presenti, che sono state accolte nella stesura finale del documento. Come Presidente sono lieta di avere dato un contributo significativo per raggiungere un testo organico che tenesse conto di alcuni aspetti tecnici e sono molto soddisfatta del risultato che diventa un riconoscimento importante per la nostra categoria. L’approvazione di questo disegno di legge segna l’inizio di un lungo lavoro di studio e di progettazione che metta sempre più al centro dell’agenda politica il benessere mentale e la cultura della prevenzione con l’obiettivo di accrescere il benessere dell’individuo e dunque della collettività. 
Con questa legge, la Sicilia si dota di uno strumento importante per migliorare la salute mentale dei cittadini. L'Ordine degli Psicologi continuerà a impegnarsi per la piena attuazione della legge e per la promozione del benessere psicologico nella regione».

Lei ritiene che la salute mentale della comunità sia peggiorata dopo la pandemia?
E, se sì, perché?
«
La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale di molte persone. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerarla come la causa principale del peggioramento del benessere psicologico. Piuttosto, ha agito da megafono, amplificando problemi preesistenti e accelerando un cambiamento culturale nella percezione della salute mentale. Dopo la pandemia ci si è sentiti legittimati a occuparsi della propria salute psicologia, è maturata nella stragrande maggioranza delle persone la consapevolezza che è necessario prendersi cura della propria salute psicologica, superando le resistenze del passato verso la nostra professione. Le persone, oggi, sembrano più disposte a chiedere aiuto a un professionista, affrontando le proprie fragilità e vulnerabilità. Andare dallo psicologo non è più un tabù, anzi viene considerato di fondamentale importanza per il raggiungimento di un completo e pieno benessere. In questo senso, la pandemia ha agito da catalizzatore, accelerando un cambiamento culturale positivo nella percezione della salute mentale. Si è finalmente compresa l’importanza di prendersi cura di sé non solo fisicamente, ma anche psicologicamente. La sfida ora è quella di mantenere e consolidare questo cambiamento. È fondamentale investire in servizi di salute mentale accessibili e di qualità, per permettere a tutti di ricevere il supporto necessario. Il futuro della salute mentale dipende da come sapremo cogliere quest’opportunità e costruire un sistema di supporto adeguato alle esigenze della popolazione.

Ha notizia di altre iniziative come la vostra (chiedere ai governi regionali di istituire la figura dello “psicologo di base”) in altre regioni d'Italia? E, se no, pensa che possiate convincere i vostri colleghi non siciliani a fare altrettanto?
«
Al momento è in discussione in Parlamento un disegno di legge per istituire la figura dello psicologo di base. In attesa che questo diventi la realtà le regioni, nella loro autonomia, stanno provvedendo a colmare questa mancanza con leggi regionali e istituendo servizi di psicologia di base. Con molto orgoglio posso dire che una delle regioni che ha messo al centro dell’agenda politica la salute mentale è proprio la Sicilia. La prima regione che ha approvato e già realizzato tale servizio è la Campania. A seguire ci sono Puglia, Abruzzo, Sicilia e Toscana. Oggi altre regioni hanno in discussione o approvato una legge regionale, una situazione nazionale a macchia di leopardo. Auspico vivamente che venga approvata al più presto la legge a livello nazionale, in modo da non creare disparità tra i territori. L’istituzione dello psicologo di base rappresenta un passo avanti fondamentale per il sistema sanitario italiano. La sua approvazione a livello nazionale garantirebbe a tutti i cittadini il diritto di ricevere un supporto psicologico adeguato e tempestivo, contribuendo a migliorare la qualità della vita delle persone e della società nel suo complesso».

 

 

Barbara Giangravè
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