Evadono, e molto, anche avvocati e psicologi

 

L'evasione fiscale è fortemente presente anche tra i professionisti che assistono i separati e i loro figli: avvocati e psicologi. Non è una novità, poiché, da tempo, alcuni quotidiani ne parlano in sordina, con particolare riferimento ai legali.

Molti genitori, nel contattarci, fanno esplicito riferimento al fatto che hanno versato tanti soldi per le cause di separazione e divorzio e il legale è venuto loro incontro con pagamento in nero dell'intera somma o fatturandone solo una parte insignificante. E' stato detto loro che, senza ricevuta, non avrebbero pagato l'iva (22%) e la cassa previdenza avvocati (4%), risparmiando, a dire dell'avvocato, il 26%. In realtà non dicono al cliente che sulla somma in nero, il legale risparmia, mediamente, il 43% sui soldi percepiti e tassati per l'onorario relativo al processo, oltre a risparmiare anche sugli altri introiti, tenendo basso lo scaglione reddituale di riferimento. Una truffa in nome della legalità e la stampa parla che gi avvocati siano i maggiori evasori italiani. Esistono, però, legali corretti che fatturano fino all'ultimo centesimo, peccato che siano molto pochi.

Il genitore che non ha soldi, ovviamente, accetta di rinunciare alla documentazione fiscale per pagare meno, ma, in alcuni casi, entrato in conflitto col proprio difensore, è stato costretto a ripagare l'intera cifra, oltre iva e cpa, poiché non poteva dimostrare di aver pagato le somme a suo tempo pretese.

I pagamenti in nero vengono effettuati con il contante e, spesso, anche fuori dallo studio. Un esperto di evasione ci ha informato che, prima della fattura elettronica, più fatture intestate a clienti diversi avevano lo stesso numero e solo l'ultimo intestatario veniva dichiarato dal professionista.

Altri trucchetti esistono anche dopo la obbligatorietà della fattura elettronica (che, è giusto ricordarlo, ad oggi, ancora, non è obbligatoria per tutti ma solo a secondo del fatturato dichiarato nell'anno precedente). Inoltre, quanta evasione c'è tra coloro che non hanno l'obbligo della fatturazione?

Non esiste la volontà delle istituzioni di colpire gli evasori fiscali presenti tra i liberi professionisti, perché individuarli è estremamente facile. E' sufficiente analizzare i fascicoli presenti nelle cancellerie dei tribunali (oggi si fa direttamente dall'ufficio per i processi degli ultimi anni), verificare l'entità del lavoro svolto da ciascun avvocato e poi verificare l'esistenza della fattura emessa, entro i termini previsti dalla legge per la prescrizione del pagamento della prestazione professionale, in base al lavoro svolto nei tempi dovuti e secondo le tariffe nazionali forensi esistenti all'epoca dell'attività difensiva.

Troppi avvocati - ma ci sono anche quelli onesti e sono molti - non informano compiutamente il proprio assistito sui suoi diritti e non sottoscrivono il contratto preliminare della eventuale spesa da sostenere, facendogli intendere che spenderebbe poche migliaia di euro e che, quindi, deve stare tranquillo e non preoccuparsi dei costi. Forte della procura sottoscritta, alla fine, presenta all'ignaro cliente una salata notula che, spesso, non riesce nemmeno a pagare e, a seguito dei conseguenziali azioni esecutive che culminano nei pignoramenti, si vede costretto a vendere anche la casa, spesso assegnata al genitore che sta con i figli, e/o umiliarsi ad elemosinare piccole somme tra parenti ed amici. Il cannibalismo, purtroppo, è una ignobile realtà anche nelle separazioni e divorzi.

Qualche genitore ha pagato anche più delle tariffe nazionali, e quando ha chiesto la fattura, il professionista l'ha negata con scuse varie ed assurde, compreso il fatto che era passato del tempo e non aveva più l'obbligo di conservarle. Le cifre evase, non basse, spesso superano facilmente i 10-20 mila euro ed anche oltre, ovviamente rigorosamente in nero. Per invogliare il cliente a scegliere la modalità di pagamento in nero, il legale gli dice che tanto, a lui, la fattura non serve, perché non la può scaricare nella dichiarazione dei redditi e, non potendola recuperare, pagare l'iva è «da persona estremamente sprovveduta!».

Tutto il personale che si occupa della psiche dei genitori non più conviventi e dei loro figli, se non esercitano l'attività come dipendenti pubblici, sono obbligati a emettere la documentazione fiscale per le prestazioni effettuate sui clienti. Poiché la fattura degli psicologi, rientrando nel comparto sanitario, non prevede l'iva, l'evasione è più facile, anche se chi paga dovrebbe sapere che i documenti fiscali sono detraibili nella dichiarazione dei redditi.

Non è impossibile intercettare gli eventuali evasori (e ne esistono, se si raffrontano le loro dichiarazioni dei redditi e il tenore di vita tenuto, con i loro investimenti immobiliari), controllando la documentazione presente nelle Asl e nelle sedi dei servizi sociali, nonché mettendo sotto controllo, quando possibile, i loro cellulari.

Gli avvocati, messi insieme, ogni anno evadono per alcuni miliardi di euro ed anche gli psicologi, operatori psico-sanitari, educatori, ecc… insieme raggiungono miliardi di euro di evasione. Ogni singolo professionista non ligio all'Agenzia delle Entrate mediamente evade dal 50 al 70% dei propri incassi.

Tollerare questa ingiustizia, nota a tutti, compresi a chi dovrebbe combatterla, è una vergogna che dequalifica lo Stato che la permette. L'invito ai separati è quello non solo di non prestarsi a queste prassi evasive, ma anche di querelare, nelle sedi competenti (come, per esempio, la Procura della Repubblica, l'Agenzia delle Entrate e/o la Guardia di Finanza, che può anche rivestire la qualifica di Polizia Tributaria) o alle associazioni di volontariato (tenute al segreto delle informazioni) i professionisti sanitari, gli avvocati e gli psicologi che ingannano e tentano di ingannare i cittadini.

 


Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps),

Contatti: tl. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., genitoriseparati.it.

 

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