Le separazioni: questione socio-politica


Le separazioni sono una questione sociale che la politica non può continuare ad ignorare e tantomeno può credere di risolverla con le elemosine che lo Stato e gli enti locali elargiscono per non rispondere ad un loro compito istituzionale. La povertà esiste per milioni di persone, ma i genitori separati chiedono lavoro e accesso paritetico alle agevolazioni. Il genitore non collocatario, spesso ridotto alla fame proprio dalla ingiusta e discriminatoria separazione, non chiede vie preferenziali, ma solo rispetto della propria dignità genitoriale, senza prevaricazioni di genere. Chiede un lavoro e l’accesso paritetico all’edilizia popolare, quando ne sussistono i presupposti, così come viene concesso all’affidatario e/o collocatario prevalente.

Non è così, purtroppo, e l’intervento pubblico riguarda esclusivamente quel genitore che tiene i figli per qualche giorno in più rispetto all’altro. Finanziamenti occulti, tenuti rigorosamente nascosti all’altro genitore, quello a cui viene imposto un esoso mantenimento dei figli, dimenticando che ogni figlio ha due genitori ed ambedue vi devono contribuire al suo mantenimento e alla sua crescita. Ma non è così.

Il giudice, nel determinare il mantenimento per l’obbligato, non scrive mai che la stessa somma deve essere spesa per il mantenimento degli stessi figli anche dal genitore collocatario e che per la casa familiare o coniugale in proprietà esclusiva o comproprietà deve essere previsto un canone di locazione a beneficio del proprietario o dell’altro comproprietario, poiché usata in esclusiva dal genitore collocatario. L’assegno di mantenimento per i figli e la corresponsione della quota di locazione da parte dell’assegnatario comporterebbe una drastica riduzione dell’assegno di mantenimento per i figli, oggi gravante solo sul genitore non collocatario, che, spesso, deve pagare (o si ritrova a pagare da solo, visto che l’altro comproprietario non paga, spesso, “per dispetto”) anche il mutuo sulla casa.

La presenza dei due genitori, alternandosi in modalità paritetica, è di estrema importanza per i figli che necessitano di un clima sereno, anche quando i due genitori non sono più conviventi. Le profonde ragioni scientifiche della psicologia dell’età evolutiva e della pedagogia non vengono messe in atto da chi quotidianamente è chiamato a tutelare “il superiore interesse dei minori”.
I politici hanno il dovere di far valere le ragioni dei padri discriminati e ridotti in miseria con interventi amministrativi a garanzia della pari dignità genitoriale e a rimozione di discriminazioni non più tollerabili, che, purtroppo, il potere politico, con il suo silenzio, finisce a concorrervi e, spesso, ad aggravare. E’ inconcepibile che gli amministratori non dicano e/o facciano nulla per denunciare la ingiusta applicazione della legge e le sopraffazioni di un genitore sull’altro. Nascondere la testa sotto la sabbia non è sinonimo di retta politica a tutela di tutti i cittadini.

La pubblica amministrazione non può negare il diritto alla trasparenza di ciascun genitore in nome del principio della privacy, inapplicabile in queste situazioni. Ogni ente locale o centrale deve disporre una scheda riassunta dei finanziamenti percepiti dal genitore collocatario, dandone comunicazione immediata all’altro. Gli amministratori politici nei loro provvedimenti a favore dei cittadini in difficoltà non possono previlegiare un genitore sull’altro e tenergli nascosti indegni privilegi o favoritismi elettoralistici.

Il rispetto di ambedue i genitori vuol dire rispetto dei minori che pagano personalmente i disagi provocati dalla conflittualità genitoriale. Quando il rispetto non c’è nessun politico può nascondersi dietro ad aiutini economici per non dispiacere ad alcuni magistrati e alla stragrande maggioranza dei servizi sociali.

Il genitore ignorato dalle istituzioni – e, con lui, i propri figli – non chiede la carità, ma il diritto alla dignità, garantita dal lavoro e da provvedimenti amministrativi equi e trasparenti.

I bambini hanno diritto ad avere due case degne di questo nome e stare serenamente con ciascun genitore e felici di ospitare i loro amichetti in un contesto dignitoso ed accogliente, diversamente da quanto avviene oggi nell’indifferenza della maggior parte della società.

E’ Natale, ma la retorica uccide anche il magico clima di festa che dovrebbe coinvolgere i figli ed ambedue i genitori per un futuro sereno e rispettoso della dignità di ciascuna persona. Lasciamo stare le letterine a Gesù Bambino ed a Babbo Natale e si abbia il coraggio di guardare in faccia la realtà, riscoprendo il bambino e il babbo che sono accanto a ciascuno di noi.

 

Ubaldo Valentini, presidente Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)
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