La famiglia e la politica valdostana

Il Consiglio regionale, nel prossimo mese di settembre, si rinnoverà, ma non si intravedono novità nei programmi dei partiti, soffocati non tanto dal caldo estivo, ma dalle pesanti manovre di potere, che opprime tutto, anche le più semplici richieste dei cittadini per mettere mano ad una trasparente politica a tutela delle persone più esposte al disagio sociale, all’arroganza del potere e alla strisciante mancanza di democrazia e della più elementare libertà. La libertà non esiste quando il potere politico, ma non solo, è talmente radicato nelle istituzioni da non permettere il libero confronto sulle esigenze impellenti dei cittadini. Questa non è democrazia, ma solo un improprio potere politico ed economico, di fatto non delegato dai cittadini, che manipola tutto: dai servizi, all’informazione, rendendo impossibile la comunicazione a chi non la pensa come lo stratificato potere politico, invece, pretende.

Qualche mese fa, da queste colonne, avevamo invitato le forze politiche ad inserire nei loro programmi elettorali la tragica realtà delle famiglie separate e dei minori, in balia di un servizio sociale fortemente politicizzato, faccendiero, arrogante contro i deboli ed obbediente, invece, verso un potere politico che permette loro di fare il buono e il cattivo tempo, operando senza nessun controllo da parte dell’ente regionale, erogatore degli discriminanti stipendi agli operatori sociali, e senza nessun Regolamento, contrariamente a quanto prevede la legge 241/90, che ne disciplini chiaramente la loro attività e garantisca a tutti, nessuno escluso, la trasparenza degli atti.

Da anni, nella totale indifferenza dei responsabili che si sono susseguiti all’assessorato alla Sanità, Salute e Politiche sociali - di cui il peggiore è l’attuale, che si preoccupa di distribuire medagliette di efficienza del servizio da lui presieduto, mentre si disinteressa completamente del malessere tra i cittadini, soprattutto tra i padri separati e i minori, e, piccoso, risponde alle interpellanze che lo inchiodano alle proprie responsabilità amministrative. Il voto clientelare non è fantapolitica, ma una pesante realtà, forse sarebbe meglio dire di una tragica situazione, che, con ogni mezzo e a qualsiasi livello, cerca di occultare la situazione dei minori con genitori non più conviventi per non rendere conto ai cittadini delle loro azioni, che, invece, non sempre potrebbero risultare tollerabili.

In Valle d’Aosta, oltre il 70% dei nuclei familiari è formato da genitori non più conviventi, con figli avuti da più relazioni e, spesso, estromessi dalla loro vita per provvedimenti non rispettosi della bigenitorialità e della cogenitorialità, che subordinano, di fatto, la genitorialità allo sfruttamento economico di un genitore sull’altro. Il servizio sociale, spesso, non è all’altezza del ruolo che svolge per le tante carenze scientifiche, per la radicata discriminazione ideologica verso il padre, per la fugace conoscenza delle regole che dovrebbero rispettare, per i legami consapevoli o meno alle lobby, che, di fatto, determinano l’operato del servizio sociale.

Tutto ciò lo sanno tutti, politici, amministratori, forze dell’ordine, agenzia delle entrate, ispettorato del lavoro e l’ordine degli avvocati, che, pur sapendo, continua a tacere sulla giustizia ingiusta, riconducibile non solo ai magistrati, ma anche a tutti coloro che sanno, ma tacciono. Per paura? Forse, ma potrebbe esserci anche dell’altro, che, stando così le cose, nessuno indaga per aver emergere tutta la verità.

Cosa chiedono i padri separati e, tramite loro, i loro figli? In primo luogo il rispetto come persona, poi trasparenza nelle relazione che il servizio sociale invia ai tribunali, videoregistrazione degli incontri tra servizio sociale e genitori, tra servizio sociale e minori, dandone, al termine degli incontri, copia ad ambedue i genitori, al fine di porre fine al doppio gioco degli operatori, che, ad un genitore, riferiscono cose degli incontri (registrate dal genitore) e, poi, scrivono tutt’altro, non permettendo al padre, nella maggioranza dei casi, il contraddittorio, poiché degli incontri non ci sono vernali e registrazioni. Predisporre 3/5 sale per le audizioni protette in tutta la Valle d’Aosta non è una spesa impossibile, sempre se fosse la volontà politica degli amministratori libera dalla indebita ingerenza ricattatoria del servizio sociale, che non vuole il controllo dei genitori e vuole disporre arbitrariamente del destino dei figli dei separati e sempre se esistesse maggiore oculatezza nella gestione dei minori.

Altra urgenza, inderogabile per i danni esistenziali (suicidi) che ne conseguono, è la tutela del genitore con collocatario, per garantirgli, sempre ed ovunque, il diritto di visita ai figli, con drastici provvedimenti, come legge prevede, nei confronti del genitore manipolatore.

E’ questione di giustizia sapere come vengono spesi i soldi pubblici e come vengono elargiti sussidi, agevolazioni fiscali, sia a livello regionale, che da parte degli enti locali, predisponendo un registro unico regionale dei sussidi pubblici, vincolando l’erogazione alla comunicazione all’altro genitore e la concessione ad uno specifico regolamento (con tetto massimo e con inclusione anche dell’utilizzo dell’edilizia popolare) per eleminare le pesanti ed emarginanti discriminazioni che riducono un genitore a vivere da barbone.

Rivedere, inoltre, il regolamento di accesso alle graduatorie dell’edilizia popolare con la riserva del 40% ai genitori non più conviventi, dal cui reddito vanno detratte le spese straordinarie e l’assegno di mantenimento dei figli e/o della consorte. Tutti i vari contributi per i figli e per la madre loro affidataria vanno aggiunti, nessuno escluso, al genitore che li percepisce.

L’istituzione di un fondo regionale per sostenere le spese legali del genitore non collocatario che quasi mai ha accesso al patrocinio delle spese a carico dello Stato, non potendo detrarre gli assegni di mantenimento e le spese straordinarie, è quanto mai urgente per permettere al genitore estromesso dalla vita dei figli di poterli tutelare adeguatamente, visto che, spesso, lui vive in miseria per i carichi economici imposti. Tali spese sarebbero a carico della regione ed è una urgenza da tenere presente se si vuole ridare dignità alla genitorialità paterna, se si vuole frenare gli abusi giuridici del genitore collocatario , consapevoli che difendere ambedue i genitori, ma non sempre la sola madre – anche quando non ne ha diritto – è un dovere per gli amministratori, che dovrebbero attivarsi, riservando il 40% dell’edilizia pubblica ai genitori non più conviventi, per il vero e giusto affido paritario, senza sradicare i minori dal contesto in cui sono sempre vissuti.

Tutta questa pesante realtà non può essere ignorata, se si vuole che la politica sia al servizio dei cittadini, ma non delle lobby, presenti e vincolanti, ma soprattutto indifferenti ai diritti inalienabili dei cittadini, soprattutto se minori.

 

Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)
tl. 347.6504095, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.genitoriseparati.it

 

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Privacy Policy

 

Cookie Policy

 

Termini e Condizioni

 

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075