Foto Ansa-Aosta
Sono trascorsi 30 anni dal suicidio di Antonio Sonatore, Tony come veniva chiamato nel mondo del lavoro e dagli amici, e tutt’ora in Aosta è vivo il ricordo del suo gesto estremo e della sua disperazione per una “giustizia ingiusta”, come la chiamava nei suoi cartelloni di protesta, che non gli permetteva di vedere la figlia, nemmeno nel giorno di Pasqua. La stampa, in genere ed eccezione fatta per le testate minori, non aveva dato particolare attenzione al dramma che viveva questo noto maestro e psicologo, che, da tempo, protestava, con cartelli sandwich, nelle piazze e vie cittadine e, soprattutto, davanti al Tribunale, contro i provvedimenti giudiziari che non gli permettevano di vedere e frequentare la figlia.
Nella settimana in cui ricorre il 30° anniversario del suicidio di questo padre, organizzeremo in Aosta una giornata-studio con la partecipazione di magistrati, psicologi, pedagogisti, sociologi e legali, impegnati, a livello nazionale, sul diritto minorile e di famiglia. Saranno invitate alle iniziative programmate le maggiori associazioni italiane impegnate da decenni nella tutela dei minori e del genitore più debole e saranno organizzate manifestazioni specifiche per riflettere su quanto ancora resta da fare per una vera tutela dei minori e dei padri che non possono esercitare i propri diritti genitoriali perché estromessi dalla vita dei figli.
Verrà presentato, in quei giorni, un volume su Antonio Sonatore e, possibilmente, un volume con il contributo di esperti nazionali sulla tutela attuale dei minori e dei loro genitori.
Stiamo organizzando un comitato per la gestione delle iniziative in programma per il prossimo anno e tutti coloro che ne vorranno far parte possono mettersi in contatto con noi al 347.6504095 o con email indirizzata a
In preparazione del prossimo 7 aprile, giorno di Pasqua (del 1996) in cui Sonatore si è dato fuoco, riportiamo integralmente la reazione sugli organi di informazione della gente comune, degli amici, delle colleghe a difesa del dott. Sonatore, come pure riporteremo i tanti articoli comparsi sulla stampa locale e nazionale. Reazioni varie e profonde che hanno una loro profonda valenza.
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La triste vicenda di Sonatore
Il Corsivo, 22 aprile 1996, p. 13, lettera firmata
“Antonio Sonatore ha perso la sua battaglia con la vita, con i problemi di tutti i giorni, con una quotidianità selvaggia che lo aveva emarginato. Il suo è stato un gesto estremo, un sacrificio che lo manda assolto da tutto aver detto o fatto. Però l’informazione in generale ha dimenticato cosa voglia dire la pietas, intesa in senso latino, che vuole dire molte cose in senso lato, anche il rispetto per chi cade. Invece no. Sonatore ancora una volta si è visto piazzare nel girone dantesco dei cattivi, dei dannati, la sua vicenda e le sue colpe (presunte o vere) sono state messe in cronaca, con puntigliosità e meticolosità. Antonio Sonatore è stato dipinto come un pericolo pubblico e il suo gesto indicato come un atto di follia. Una volta di più su di lui è calato il pollice verso del Circo Massimo.
L’informazione valdostana non l’aveva preso in considerazione quando sostava per lunghi mesi, nei punti più frequentati della città, con i suoi cartelli di protesta appesi al collo. Un povero Cristo come lui non suscitava interesse, anzi poteva essere anche scomodo dargli la parola. Molti cittadini si avvicinavano a Sonatore, qualche dialogo frettoloso, che in qualche maniera era anche un gesto di solidarietà per il dolore, non per il problema in se stesso, ma per quello che rappresentava quell’uomo, solo contro tutti. Non gli è bastata questa comprensione spicciola, questo tocca e fuggi. Piano, piano è affondato nella sua disperazione di uomo solo contro tutti.
La simbologia classica del rogo, del fuoco è quella catartica, di forza primordiale della natura, violenta e purificatrice. Una forza che è stata uno schiaffo per una città morta, senza sensibilità, senza sentimenti.
Le tracce del fuoco sul marciapiede del tribunale di Aosta scompariranno, certo per chi vuole capire il disagio rimarrà a lungo. Sonatore ha scelto il martirio, inteso come testimonianza di come ti può ridurre una società, che colpe giuridiche a parte, ha deciso di respingere un uomo nell’emarginazione senza tentare di capire, di aiutare, di approfondire.
Ora Sonatore ha chiuso con tutto, requiescat in pace, lontano da ogni tipo di coscienza. Il suo problema se ne è andato con lui, quello suo personale. Ma Aosta è città dalle tensioni nascoste, a quando il prossimo dramma”.
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Il Corsivo, 15 aprile 1996, p. 8, lettera firmata da I tuoi amici, spedita in redazione il 9.4.1996, poche ore prima della morte di Tony a Genova.
“Non sappiamo cosa scriveranno ancora domani i giornali. Già nella giornata della Santa Pasqua abbiamo avuto dalla tv un assaggio di un'informazione feroce, inutilmente feroce e oggi non ci aspettavamo niente di meglio. Infatti ...
Sappiamo invece della tua sofferenza e della lotta disperata per la sopravvivenza che stai conducendo.
Il dolore che proviamo in questo momento ha una qualità acuta. Sappiamo che per te la tua protesta era diventata una disciplina in cui investire tutte le tue energie che criticando la Giustizia nutrivi ancora speranze in essa, ingenuamente forse. Sappiamo che non hai mentito, né simulato e che noi non siamo stati degli amici costanti, ma ti vogliamo bene Tony.
Oggi sembra sempre buio, terribilmente buio, speriamo po' di luce. I tuoi amici”
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Il Corsivo, 15 aprile 1996, p. 8, lettera che riporta 11 firme da Le tue colleghe di Nus
“In questi giorni sono state dette tante cose di te, ma noi colleghe, che abbiamo lavorato quotidianamente al tuo fianco per svariati anni, non ti riconosciamo nell’immagine emersa dai mass-media. Vogliamo invece ricordarti per quello che eri veramente: un insegnante capace, preparato, sempre disponibile con noi e con i bambini, che ti stimavano e ti apprezzavano. Burbero all’apparenza, celavi una grande generosità e sensibilità d’animo, sapevi valorizzare gli alunni, capivi i loro problemi e li aiutavi a risolverli affrontandoli con loro. Ti ricordiamo anche come un padre premuroso e affettuoso, in particolare quando, dopo la chiusura dell’asilo-nido, dovevi occuparti di tua figlia tenendola con te perfino durante le riunioni e le programmazioni. Hai sofferto e lottato tanto, ma forse non invano. Ci auguriamo che il tuo messaggio venga raccolto e che la tua vicenda sia fonte di riflessione. Le tue colleghe di Nus”.
Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps),
tl. 347.6504095,