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La sifilide torna a far paura


La Salute su Aostaoggi.it - Rubrica a cura del dott. Franco Brinato

In questo nuovo appuntamento con il dott. Brinato e la rubrica "La Salute su Aostaoggi.it" parliamo di sifilide.


Perché parlare di sifilide?

La sifilide, malattia nota da diversi secoli e in forte riduzione dopo l'avvento degli antibiotici, negli ultimi anni, come molte altre malattie sessualmente trasmissibili (Mst), è in aumento. In diciassette anni ha fatto registrare un'impennata intorno al 400% di casi, costituendo ora una vera e propria emergenza sanitaria.

sifilideQual è la causa di questo vertiginoso aumento?

Le cause sono molteplici, ma ciò che ha determinato l'aumento di molte malattie sessualmente trasmissibili è: la scarsa informazione, la mancanza di campagne di prevenzione da parte dell'autorità competente, la poca consapevolezza del rischio infettivo tra i giovani, il mancato utilizzo dei mezzi di prevenzione come l'uso abitudinario del preservativo, la difficoltà d'accesso alle strutture cliniche delle persone che sospettano un'infezione, la facilità degli incontri sessuali occasionali con persone conosciute tramite il social net work (internet-App).

Quali sono le malattie sessualmente trasmissibili (Mst)?

Le più diffuse Mst sono:

  • Papilloma virus (HPV);
  • HIV-AIDS;
  • Herpes genitale (HSV);
  • Sifilide;
  • Candida;
  • Gonorrea;
  • Epatite B o C (HBV o HCV);
  • Clamidia;
  • Tricomoniasi;
  • Piattole;
  • Scabbia.

Tra le malattie sessualmente trasmissibili, l'HIV, la Gonorrea, la Tricomoniasi, la Clamidia e la Sifilide possono essere prevenute attraverso il sesso sicuro, cioè tramite l'utilizzo del preservativo e del dental dam (una protezione per la cavità orale in lattice). È difficile prevenire invece il HPV (il papilloma virus) e gli Herpes, poiché la loro trasmissione avviene tramite il contatto diretto di zone genitali.

Qual è la situazione in Italia sulla diffusione della sifilide?

La sifilide, come numerose altre malattie infettive, è soggetta a notifica obbligatoria da parte dei medici e delle autorità competenti. I dati epidemiologici, dopo il 2000, mostrano un aumento del 350% rispetto agli anni Novanta. Le informazioni disponibili sulla diffusione nazionale della malattia provengono dal Ministero della Salute, attraverso un sistema di sorveglianza costituito da dodici centri clinici e laboratori di microbiologia clinica distribuiti su tutto il territorio nazionale. La notifica obbligatoria dovrebbe garantire una copertura nazionale dei casi per tale patologia, ma non sempre è rispettata, comportando una sottostima del numero di casi.

Da cosa è causata la sifilide?

La sifilide è causata dal Treponema Pallidum, un batterio spiriforme che è in grado di diffondersi nell'organismo e dare un'infezione cronica progressiva con danno permanente a tutti gli organi.

Come si trasmette la sifilide?

La Sifilide è contratta attraverso i rapporti sessuali o il semplice contatto fra genitali senza protezione. Il contatto dei genitali con le mani, in presenza di evidenti lesioni cutanee della Sifilide, può portare a rischio d'infezione. E' possibile anche il passaggio del batterio dalla madre infetta al bambino (Sifilide congenita), maggiormente se la Sifilide è contratta nell'ultimo trimestre di gravidanza.

Come si manifesta?

Sulla base dei rilievi clinici l'infezione sifilitica è classificata in diversi fasi: sifilide primaria; sifilide secondaria e sifilide terziaria.
sifilide1x350Sifilide primaria

Il Treponema può penetrare nell'organismo attraverso le mucose (genitali, rettale, orofaringee) o lesioni della pelle e, dopo un periodo variabile tra sette e novanta giorni, dà generalmente luogo alla formazione di una lesione localizzata, di colore rosacea, di forma circolar e con margini netti (sifiloma). La localizzazione più frequente è a livello del pene e del retto (uomo), della vulva, vagina e cervice (donna) e più raramente nel cavo orale o sulla pelle delle mani.

Le lesioni spesso non sono dolenti e si accompagnano a rigonfiamento dei linfonodi circostanti. Le lesioni cutanee tendono a ulcerarsi e persistono generalmente per un periodo variabile tra due e sei settimane (sifilide Primaria).

Sifilide secondaria

In assenza di trattamento adeguato il batterio si diffonde nell'organismo e la sifilide evolve, nel giro di settimane o mesi, verso la fase secondaria, che si caratterizza per un'eruzione cutanea diffusa sul tronco e sugli arti, accompagnata da febbre e rigonfiamento delle linfoghiandole.

l termine di questa fase compare il periodo di latenza che è dovuto al controllo immunitario dell'infezione e che in circa un terzo dei casi si associa con una guarigione definitiva.

Sifilide terziaria

A distanza di molti anni compare, in circa un altro terzo dei casi, la Sifilide Terziaria. Si caratterizza per la formazione di noduli indolori (gomme luetiche) a livello della pelle o degli organi interni (cuore, polmoni, fegato, cervello, ossa e articolazioni) che provocano danni permanenti con grave compromissione degli organi colpiti, con rischio elevato di morte.

Come si previene la sifilide?

La sifilide si previene con l'uso corretto del profilattico durante i rapporti sessuali occasionali, inclusi i rapporti orali.

Dopo un rapporto a rischio quando fare un test?

Dopo 8-15 giorni dalla comparsa del sifiloma primario è possibile fare i test. I test più utilizzati sono VDRL Veneral Disease Research Laboratory e TPHA (treponema pallidum Haemoagglutination Assay). Sono esami che prevedono la ricerca degli anticorpi nel sangue.

l test VDRL è un test non treponemico, ossia è capace di rilevare anticorpi non diretti in maniera specifica contro Troponema pallidum. Questo esame è molto sensibile, ma poco specifico: gli anticorpi possono essere prodotti con la sifilide, ma anche in presenza di altre patologie. In caso di positività, prima di porre la diagnosi, va sempre eseguito un altro test di convalida.

Il test TPHA è un test treponemico, in grado di rilevare anticorpi specifici diretti contro gli antigeni del Troponema pallidum, ma è necessario attendere la quarta settimana dall'infezione prima di eseguirlo.

Un altro test specifico è la ricerca diretta del treponema pallidum sulla lesione.

Come si può sapere se si ha la Sifilide?

In caso di lesioni sospette a livello dei genitali esterni o delle aree circostanti, dopo un rapporto a rischio, è necessaria una valutazione medica ed eseguire gli eventuali esami di laboratorio.

Dopo aver avuto la Sifilide è possibile reinfettarsi?

Una precedente infezione non conferisce l'immunità permanente a un soggetto guarito che quindi è esposto a un possibile nuovo contagio.

Come si cura la Sifilide?

La sifilide nella fase primaria si tratta principalmente con alte dosi di Penicillina o con altri antibiotici (Azitromicina, Tetracicline, Cefalosporine, Macrolidi). Un trattamento tempestivo e adeguato consente la regressione delle lesioni e la prevenzione delle complicanze.

Nelle fasi più avanzate, oggi raramente riscontrate nella pratica clinica, è necessario un trattamento per via endovenosa con antibiotici in grado di penetrare anche nel tessuto cerebrale. In caso d'infezione di Sifilide in gravidanza va trattata con antibiotici che non determinino danni al nascituro.

Che cosa può succedere se non si cura la sifilide?

Se non curata adeguatamente, particolarmente nelle fasi precoci, la sifilide può evolvere nelle fasi successive con il rischio di sviluppare un'infezione cronica e progressiva che può essere causa di danni permanenti agli organi interni (cuore, polmoni, fegato, cervello, ossa e articolazioni). Il trattamento nella fase tardiva può aiutare a prevenire danni futuri, ma non può riparare o invertire i danni già avvenuti.

Le principali complicanze sono:

  • tumori che possono svilupparsi su pelle, ossa, fegato e in qualsiasi altro organo colpito nella fase tardiva della sifilide
  • danni al sistema nervoso: ictus, meningite,
  • sordità,
  • disturbi della vista (cecità),
  • demenza,
  • disturbi cardiaci.

Conclusioni

La sifilide è una malattia sessualmente trasmissibile molto contagiosa. I dati epidemiologici mostrano un aumento del 350% rispetto agli anni novanta. La diffusione può essere ridotta e limitata, come molte altre malattie sessualmente trasmissibili, attraverso un'azione di prevenzione adeguata e mirata a:

  • Incrementare le attività d'informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili;
  • Educare alla salute sessuale attraverso le regole sicure del sesso che prevedono l'uso del preservativo;
  • Ridurre il numero dei partner sessuali occasionali;
  • Aumentare la consapevolezza del rischio di contagio, soprattutto nei giovani;
  • Favorire la diagnosi precoce attraverso l'accesso alle strutture cliniche delle persone che sospettano un'infezione.

 

dott. Franco Brinato
Specialista in medicina d’Emergenza Urgenza e dirigente medico della struttura complessa di Medicina d'emergenza e Pronto Soccorso

 

 

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