«Alcuni grandi hanno mangiato tanto, ora a pagare è il popolo»
AOSTA. «Vogliamo rimanere nell'Euro, perché tornare alla Dracma sarebbe un dramma». Sofia, 35 anni, vive ad Atene. Ha studiato in una università italiana e frequentato il nostro Paese per alcuni anni. Poi la crisi ha toccato lei e milioni di suoi connazionali e tutto è cambiato.
«Negli ultimi anni sono stati ridotte le pensioni, i salari. Tutti lavorano senza orari, senza altri bonus per la famiglia. Hanno cambiato tutto, sul lavoro, nella sanità. In questi 5 anni la gente ha perso l'impiego, altri hanno perso la casa o l'auto perché non potevano pagare. Credimi, in tanti si suicidano ogni giorno». Sofia ci racconta di aver assistito a tre suicidi nella metro. Anche una sua amica si è tolta la vita «dal balcone di casa sua».
Dopo l'assalto agli sportelli bancari per prelevare il prelevabile, ora che il governo greco e l'Unione europea stanno tentando un'ultima mediazione per evitare il default, Sofia ci spiega che «nei giorni prima di chiudere le banche (lo resteranno fino a dopo il referendum, ndr), sabato il governo ha erogato le pensioni e tutti hanno ritirato contanti dagli Atm».
Sofia se la prende con chi ha «guadagnato in modo furbo i soldi». «Il popolo ha perso un sacco di soldi. Ci hanno messo nell'Euro senza chiedercelo e dopo Papandreou ci ha sottomesso alla Troika. Il problema è che alcuni grandi hanno mangiato miele, tanto miele. Ora a pagare è il popolo».
La speranza per un futuro migliore è comunque l'ultima a morire. «I Greci sono essere umani semplici, anche loro lavorano e pagano tasse» dice. L'auspicio è che in Grecia si torni a lavorare, a studiare, ad avere una sanità degna di questo nome. Insomma, «speriamo che tutto finisca bene».
Marco Camilli
