Appello dei sindacati per l'Università della Valle d'Aosta: "urgente ed imprescindibile un cambio di fase"

 

Documento congiunto delle segreterie sindacali che invocano un cambio di gestione, maggiore condivisione e una nuova governance

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AOSTA. L'Università della Valle d'Aosta è "in un'evidente impasse" e per uscire da tale situazione è diventato "urgente ed imprescindibile un cambio di fase". Lo affermano le segreterie regionali di Cisl Scuola, Flc Cgil, Savt Ecole e Snals Confsal in un documento congiunto di analisi dettagliata della situazione dell'ateneo valdostano.

"In queste settimane - dicono i sindacati - abbiamo visto emergere pubblicamente contraddizioni, tensioni e anche rotture nell’Università della Valle d’Aosta. Dichiarazioni pubbliche, polemiche e persino ricorsi al Tar sulla gestione dell'ateneo, la sua struttura di governance, il piano di sviluppo della nostra piccola università. Non è la prima volta che succede".

Secondo i sindacati l'ateneo a 15 anni dalla fondazione "manca ancora di una sua stabilità e solidità. E' lontana dall'obbiettivo dimensionale del micro-ateneo con cui era nata (2mila studenti), ed anzi l'attuale dinamica porta a ritenere probabile una stagnazione se non una leggera riduzione degli attuali iscritti (poco superiori a mille). Presenta ancora un assetto didattico incompleto e incerto, con filiere formative ancora in evoluzione o bloccate. Il suo bacino di riferimento è ancora indefinito, con domande di iscrizione e immatricolazioni nei diversi corsi di laurea che rimangono su numeri limitati, instabili, talvolta ai margini della sopravvivenza. In questa lunga fase di avvio non è riuscita a costruire proprie strutture di ricerca". Inoltre "il campus sarà completato solo parzialmente, lasciando probabilmente per un lungo periodo di tempo l'ateneo a confrontarsi con il problema degli spazi e dello sparpagliamento delle sue sedi sulla città".

Nel lungo documento congiunto Cisl Scuola, Flc, Cgil, Savt Ecole e Snals Confsal si dicono però ancor più preoccupati per i "limiti e debolezze strutturali dell'ateneo". Il riferimento è ai piani di sviluppo che "hanno sempre conosciuto un'estrema variabilità. Si sono più volte modificati nel corso degli anni indirizzi, scelte e prospettive". Un secondo punto critico individuato dalle segreterie sindacali è la "significativa riduzione dei fondi" per un totale di 1 milione di euro dal 2012 ad oggi con conseguente "razionalizzazione dei corsi di laurea" e "diminuzione della sua forza lavoro". In più "i fondi di ateneo destinati alla ricerca sono crollati da circa 600mila euro nel 2012 a circa 150mila euro oggi" mentre "le tasse degli studenti sono state progressivamente incrementate, sino a raggiungere sostanzialmente i livelli medi italiani". Infine i sindacati rilevano come le "relazioni nell'ateneo, tra gli organi, nel corpo docente e tra lavoratori e lavoratrici" si siano "logorate in questi ultimi anni. Al di là dei recenti avvenimenti, appare infatti diffuso un senso di profonda demotivazione".

Il documento sindacale propone una ricetta composta da quattro ingredienti per risollevare le sorti dell'UniVdA: "mantenere viva una ricca attività di ricerca"; intervenire sulla governance scegliendo "un rettore della nostra università" e "sganciando i ruoli di gestione dall'ateneo da quelli politici e amministrativi"; dotare l'UniVdA "di un progetto di medio periodo, oltre il consueto piano triennale, in grado di dare certezze e stabilità". La quarta richiesta è di investire sull'ateneo perché "senza le adeguate risorse, l'Univda non riuscirà mai a stabilizzare la propria offerta formativa, le proprie linee di ricerca, la propria stessa esistenza".

"Su queste quattro linee, nelle prossime settimane, intendiamo confrontarci con i docenti e con i lavoratori e le lavoratrici dell’Ateneo, oltre che con le forze politiche e tutti i soggetti interessati allo sviluppo e alla crescita dell’Università della Valle d’Aosta" annunciano infine Cisl Scuola, Flc, Cgil, Savt Ecole e Snals Confsal.

 

Elena Giovinazzo

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