Funivia Cime Bianche, comitato e Cai: progetto insensato e insostenibile

Lo studio di fattibilità 'propagandistico' e la valutazione sui costi: 300 milioni tra nuova funivia e sostituzione dei vecchi impianti

 

Conferenza stampa di Ripartire da Cime Bianche

Un progetto insensato, insostenibile: Marcello Dondeynaz, referente del comitato Ripartire da Cime Bianche, ribadisce la netta contrarietà alla costruzione di una funivia nel vallone di Cime Bianche, in Val d'Ayas. L'occasione è un incontro con gli operatori dell'informazione per illustrare una analisi sullo studio di fattibilità dell'opera commissionato dalla Monterosa Spa. 

Partendo proprio dai contenuti dello studio, il comitato espone i punti considerati più critici del progetto. Insieme a Piermauro Reboulaz, presidente del Cai Valle d'Aosta, il referente del comitato evidenzia che lo studio «non affronta la percorribilità normativa» del collegamento funiviario né valuta la situazione degli impianti esistenti che dovranno essere sostituiti con un costo stimato dal comitato di circa 180 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 120 milioni per i lavori nel vallone.

Altre criticità esposte dal comitato riguardano la gestione dell'opera come i consumi energetici e le valutazioni sugli impatti turistici e, più in generale, «passaggi equivoci» dello studio costato 400mila euro.

La valutazione sullo studio di fattibilità è netta: «depurato dalle velature propagandistiche e dalle manomissioni dei dati, imposte dalla committenza, lo studio stesso ammette l'insensatezza e l'insostenibilità di una linea funiviaria nel vallone di Cime Bianche». Il comitato, sempre affiancato dal Cai, promette quindi battaglia: «siamo pronti ad opporci in tutte le sedi legali».

 

 

C.R.

 

 

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