AOSTA. Ci siamo. È il giorno dei bilanci, dei discorsi istituzionali, degli auguri, delle feste e della grande speranza consolatrice. Il 2018 per la nostra regione è stato l'ennesimo anno terribile che la maggior parte dei residenti di questa Valle, che una volta era chiamata " l'isola felice", ha vissuto, sopportato e pagato.
E' anche stato l'anno della resa dei conti dei simboli economici della Valle d'Aosta (vedi il Casinò) e della politica valdostana che recita senza più uno straccio di copione la tragicommedia dal titolo "I sopravvissuti" .
Dopo le elezioni di Maggio, una nuova realtà si era affacciata a Palazzo regionale e le speranze di molti si sono trasformate nella delusione di tutti. L'inesperienza, l'arroganza e la sudditanza alle regole di un partito nazionale ha fatto il resto.
Questo atteggiamento è riuscito a rivitalizzare forze e movimenti usciti sconfitti dalle stesse elezioni. E ora una nuova maggioranza traghetta la Valle d'Aosta verso il 2019 con le ennesime promesse, con gli stessi uomini e donne che sono al potere da oltre 20 anni.
Non è facile essere ottimisti anche perché non esistono alternative. Siamo una piccola regione e le menti capaci preferiscono l'esilio all'idea di immolare se stessi sull'altare del Plazzo regionale.
Salutiamo il 2018. Un anno in cui i sogni del popolo Valdostano sono stati travolti dal mare di parole di coloro che fanno del potere la loro professione.
Marco Camilli