Giorno della Memoria, Lavevaz: ricordare è un nostro compito fondamentale

Il consiglio regionale della Valle d'Aosta ha ricordato oggi la ricorrenza

 

Consiglio regionale della Valle d'AostaAOSTA. In apertura dei lavori il Consiglio regionale della Valle d'Aosta ha ricordato il Giorno della Memoria che si celebra oggi, data in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz.

Sul'argomento è intervenuto il presidente della Regione Erik Lavevaz. "La situazione che stiamo vivendo ci impedisce di realizzare molte delle iniziative che negli scorsi anni hanno accompagnato questa ricorrenza - ha affermato -: il desiderio di confronto e condivisione, in particolare con il coinvolgimento delle scuole, si scontrano con l'impossibilità di organizzare occasioni di incontro dal vivo, di vicinanza. Ma quello di ricordare è un nostro compito fondamentale, ancora di più in questi tempi frenetici e concentrati sull'oggi. Vogliamo quindi che anche in quest'Aula, a nome del Governo regionale, questo ricordo rimanga vivo e forte: rendiamo omaggio a tutti coloro che sono stati perseguitati per la propria appartenenza, per la loro essenza, per le loro idee".

"La Shoah, le leggi razziali e le deportazioni hanno scritto una delle pagine più tristi della nostra storia come cittadini europei - ha dichiarato ancora Lavevaz -. È giusto e necessario, quindi, concentrarsi sulla memoria. Tutti noi che veniamo eletti abbiamo il compito di consegnare alle nuove generazioni i racconti e le testimonianze di ciò che è stato, perché tutto non si ripeta. Oltre ai cinici revisionismi, la memoria ha un altro nemico: il tempo frenetico, che ci fa inseguire la quotidianità e ci fa perdere il senso del tempo stesso. Anche per questo è giusto fermarci, riflettere".

Intervenendo in aula il presidente dell'assemblea, Alberto Bertin, ha ricordato "tutti coloro che sono stati discriminati dal regime nazi-fascista perché considerati diversi. Oltre alla persecuzione ebraica, nel mirino del regime vi erano i Rom, gli omosessuali, i disabili. Ma c'erano anche tutti quelli che la pensavano diversamente: gli antifascisti che si opponevano al regime per motivi politici. Oggi - ha aggiunto -, sempre secondo lo spirito della legge del 2000, ricordiamo anche i giusti. Coloro che hanno aiutato i perseguitati, anche a costo della loro vita. Perché è proprio questa legge che ci ricorda che insieme alla memoria dobbiamo coltivare il senso dell'agire, la capacità di non distogliere lo sguardo di fronte alle tante discriminazioni che incontriamo, anche nella nostra vita quotidiana".

 

 

redazione

 

 

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