Dia, 'Valle d'Aosta nelle mire espansionistiche dei gruppi mafiosi'

Nella relazione al parlamento le indagini sulla 'ndrangheta in Valle sulla presenza del locale 'ndranghetista

 

D.I.A.AOSTA. La Valle d'Aosta è nel mirino dei gruppi mafiosi, e in particolare della 'ndrangheta, per la possibilità di riciclare e reinvestire capitali provenienti dalle attività illecite.

"È evidente, nel contesto descritto, che anche l'aostano rientri a pieno titolo fra quelle aree che i gruppi mafiosi hanno eletto quali zone in cui dirigere le loro mire espansionistiche, per ampliare le tipologie di investimento e inserirsi in mercati ove riciclare e reinvestire ingenti capitali illeciti", recita la relazione al parlamento del ministro dell'Interno dedicata all'attività della Direzione Investigativa Antimafia nella prima metà del 2020.

La relazione ricorda l'operazione Geenna e le indagini della Dia che hanno "rivelato, nel dettaglio, l'esistenza nel capoluogo valdostano di un vero e proprio locale di 'ndrangheta, riconducibile alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca". "Già da tempo si era avuta contezza della presenza di insediamenti 'ndranghetisti in Valle d'Aosta, in quanto importanti risultanze investigative, come l'inchiesta "Minotauro" della Dda torinese del 2011, avevano mostrato chiari segnali sull'operatività di soggetti contigui alle consorterie calabresi Iamonte, Facchineri e Nirta, sebbene all'epoca non venisse accertata la costituzione di locali".

Infine "nel territorio valdostano non si sono avuti recenti riscontri circa la presenza di soggetti vicini ad altre matrici mafiose - afferma la relazione -, né si ha al momento contezza circa la sussistenza di presenze strutturate di criminalità allogena".

 

 

redazione

 

 

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