Seconde case, Lavevaz: 'dati epidemia in aumento, necessario ridurre al minimo i contatti tra territori'

Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta interviene sul divieto di raggiungere le seconde case: un 'passaggio prudenziale obbligato'

Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta interviene sul divieto di raggiungere le seconde case definendolo un 'passaggio prudenziale obbligato'

 

Erik LavevazAOSTA. Ha destato non poche perplessità l'ordinanza regionale del 13 marzo scorso che vieta ai residenti fuori Valle d'Aosta di recarsi nelle seconde case situate all'interno del territorio regionale, in contrasto con le ultime disposizioni nazionali che al contrario consentono questo tipo di spostamento tra una regione e l'altra.

Dopo alcuni giorni di silenzio sulla questione, da Palazzo regionale arriva un comunicato per spiegare il motivo alla base di questa decisione che, è scritto, è legata ai dati epidemiologici.

Il divieto di ingresso in Valle d'Aosta per raggiungere le seconde case "trova le sue fondamenta - si legge nel comunicato - nei dati dei nuovi positivi: da inizio marzo a oggi sono 311 i nuovi casi registrati nella regione, con un netto incremento rispetto alle settimane precedenti. Dati che, nelle proiezioni sanitarie, subiranno una ulteriore crescita, con una previsione di un aumento degli ospedalizzati e dei ricoveri in terapia intensiva".

Il presidente della Regione Erik Lavevaz spiega: "I dati attuali e quelli di prospettiva disegnano uno scenario di criticità crescente per la Valle d’Aosta: il nostro sistema sanitario, secondo le curve di evoluzione, rischia di essere di nuovo sotto pressione nell’arco di poche settimane. Da qui proviene l’indicazione condivisa dai sanitari di adottare misure più stringenti, che sono state richieste anche dagli enti locali". Quindi, prosegue la nota, "l’ordinanza regionale sottolinea la logica implicita nelle norme in vigore, che limitano gli spostamenti nelle zone ad alto rischio. È una logica chiara: per evitare una ulteriore diffusione del contagio, i contatti tra i territori devono essere ridotti al minimo, salvo che non ci siano motivi di estrema urgenza. La Provincia autonoma di Bolzano ha appena emesso un’ordinanza nella stessa direzione, così come se ne discute in altre realtà territoriali".

Prosegue Lavevaz: "Il passaggio all’arancione della Valle d’Aosta impone nuovi limiti. Abbiamo cercato di adattare le restrizioni alla nostra realtà, permettendo peraltro ai valdostani di muoversi su tutto il territorio regionale: sarebbe incoerente imporre un ulteriore sacrificio a tante attività economiche su scala locale e lasciare ampia possibilità di circolare liberamente attraverso i confini regionali, visto il quadro sanitario dell’area intorno a noi".

Quindi la disposizione dell'ordinanza regionale sulle seconde case è "un passaggio prudenziale obbligato, la cui necessità è resa evidente dall’esperienza drammatica che abbiamo accumulato negli scorsi mesi. È una misura temporanea, che chiede sacrifici sia ai valdostani sia a coloro che hanno scelto la Valle d’Aosta come luogo dove recarsi spesso. Speriamo - conclude Lavevaz - di poter tornare presto a essere un luogo di incontro e di scoperta reciproca: è un risultato che possiamo raggiungere solo con uno sforzo collettivo e basato sul rispetto gli uni degli altri".

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

Pin It

Articoli più letti su Aostaoggi.it

 

-  STRUMENTI
app mobile

 

Società editrice: Italiashop.net di Camilli Marco
registrata al Tribunale di Aosta N° 01/05 del 21 Gennaio 2005
P.IVA 01000080075