Annullata dal Tar la nomina del Difensore civico della Valle d'Aosta

Secondo i giudici è mancato «l'adempimento minimo necessario» di valutazione dei candidati per consentire al Consiglio regionale di «esprimere un voto consapevole»

 

Adele Squillaci

Il Tar della Valle d'Aosta ha annullato la nomina di Adele Squillaci quale nuovo Difensore civico della Valle d'Aosta, avvenuta con voto del Consiglio regionale lo scorso gennaio.

Accogliendo un ricorso contro il provvedimento votato dall'assemblea valdostana, i giudici amministrativi confermano che anche anche nel caso di nomine di carattere fiduciario non serve un bando pubblico, tuttavia l'Amministrazione «non può comunque esimersi dal valutare i profili professionali dei soggetti che aspirano alla nomina, ponendo in essere una seppur minima comparazione tra i candidati, con conseguente obbligo di motivare la scelta compiuta».

Nella nomina avvenuta a gennaio del nuovo difensore civico al contrario non vi è stata «né una lettura dei curricula dei candidati, né una esplicitazione dei relativi profili professionali - che appare l'adempimento minimo necessario per poter esprimere un voto consapevole e, appunto, "motivato" sulla scelta operata dal Consiglio - né, infine, l'esternazione di una qualche motivazione in ordine alle ragioni che avrebbero deposto a favore della nomina della dottoressa Adele Squillaci come Difensore Civico».

«In questo contesto», scrivono ancora nella sentenza i giudici del Tar di Aosta, «non può assumere rilievo - contrariamente a quanto evidenziato dalla Regione resistente - la circostanza che la votazione del difensore civico si sia svolta, in ossequio a quanto disposto dalla città L.R. 17/2011, a scrutinio segreto». Secondo il Tar «non vi è, infatti, né a livello logico né a quello giuridico, alcuna incompatibilità tra il voto segreto e l'obbligo, previsto per legge, di motivare adeguatamente le determinazioni di carattere amministrativo, come quella in esame».

 

 

Elena Giovinazzo

 

 

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