Cime Bianche, Cai e Comitato contro le dichiarazioni di Maquignaz ai media inglesi

«Divulgazione impropria d'informazioni riservate, un affronto alle prerogative del Consiglio regionale»

 

Immagine del The Telegraph

«Una divulgazione impropria d'informazioni riservate, che costituisce un reale affronto alle prerogative del Consiglio regionale della Valle d'Aosta». Così Marcello Dondeynaz e Piermauro Reboulaz del Cai Valle d'Aosta e del Comitato Ripartire dalle Cime Bianche commentano alcune dichiarazioni rilasciate ai mezzi di informazione dal presidente della Cervino Spa, Federico Maquignaz, a proposito del collegamento funiviario tra Val d'Ayas e Breuil Cervinia.

Dondeynaz e Reboulaz fanno riferimento in particolare un articolo apparso nei giorni scorsi sul quotidiano The Telegraph (immagine in alto) a proposito del progetto funiviario. L'articolo fornisce informazioni più dettagliate sul progetto riportando le affermazioni del presidente della società «mentre il Consiglio Regionale è in attesa di poter finalmente esaminare gli elaborati riguardanti la fattibilità del propagandato collegamento funiviario nel Vallone delle Cime Bianche».

«Apprendiamo così - affermano i rappresentanti di Cai e Comitato - che la finalità del Collegamento è di permettere a coloro che soggiornano a Zermatt di vedere la cappella di Frachey, e di fare magari una capatina al Bettaforca; che il collegamento proposto sarebbe costituito da due tratte dal costo di 100 milioni di euro (88 milioni di sterline); che (Federico Maquignaz, ndr) confida nella sua realizzabilità entro i prossimi tre anni».

«Chiediamo a questo punto che gli elaborati dello studio di fattibilità siano resi immediatamente pubblici», proseguono Dondeynaz e Reboulaz. «Quanto al sig. Federico Maquignaz - concludono -, gli suggeriamo umilmente di utilizzare la nobile arte della cautela in relazione ad impianti funiviari vietati dalla normativa vigente; di occuparsi in primo luogo di come far fruttare per la Valtournenche la prossima apertura del collegamento Plateau Rosà/Piccolo Cervino, e di interessarsi di quell’oscenità alla partenza degli impianti del Breuil costituita dai ruderi dell’ex Hotel Gran Baita, di cui dovrebbe essere a conoscenza».

 

 

E.G.

 

 

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