Una carica di entusiasmo di genialità, ma anche di solitudine
È il destino delle figure piene di grandi ideali quello di vivere grandi momenti esaltanti e, in seguito, ritrovarsi sole e sperdute nei loro tumultuosi pensieri.
La più nota Pasionaria della storia del Novecento è stata Dolores Ibárruri: antifranchista, intrepida e coraggiosa, comunista, antifascista, femminista e rivoluzionaria, fu la donna che lanciò alla radio un grido che passerà alla storia: «Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. ¡No pasaràn!». Ecco, la Pasionaria Valdostana, di cui non faccio il nome, è una donna segnata dal tempo e dalle sue lotte interne ed esterne. Una donna che da sola è riuscita a organizzare eventi che per i più sarebbero stati impossibili. I suoi collaboratori fanno fatica a reggere i suoi ritmi. Ma, come dicevo, è il destino delle persone dai grandi ideali e dei grandi slanci. Corrono troppo velocemente e allora facilmente rimangono sole.
Le recenti settimane di frequentazione professionale con la Pasionaria Valdostana hanno visto realizzarsi dei miracoli. Sale piene di gente che, con attenzione, seguono dibattiti pesanti forse più della versione in dialetto originale del film "L'Albero degli Zoccoli". Eppure lei, la nostra Pasionaria, quasi ipnotizzando la platea, riesce a tenere tutti inchiodati davanti al palco fino alla fine.
Anche io mi sono trovato ad assistere ad un evento a cui mai avrei partecipato se non fossi stato "ipnotizzato" dalla Pasionaria Valdostana, una persona che vive di emozioni e si sazia dei successi incredibili che ottiene con i suoi pochi collaboratori.
All'inevitabile mia domanda se pensa di gettarsi nel mare sporco e agitato della politica Valdostana? La sua risposta è stata: no. Ecco, cari potenti politici del Palazzo bianco di Aosta: non temete, la Pasionaria non arriverà a turbare i vostri sogni. Vedremo cosa farà questa donna segnata dal tempo e dalle sue emozioni.
Per il momento chiudo questo articolo con la famosa frase della Pasionaria Dolores Ibárruri: "Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. ¡No pasaràn!".
Marco Camilli
