Dopo le dimissioni di un agente che denuncia ritmi insostenibili, comportamenti umilianti da parte dei superiori e un ambiente di lavoro tossico
All'interno della casa circondariale di Brissogne «esiste una situazione di malessere sommerso che può e deve essere presa in debita considerazione da chi gestisce il servizio». Lo denuncia in una nota l'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, dopo le dimissioni rassegnate da un agente.
Nella lettera di dimissioni, riportata dal sindacato, sono segnalati «carico di lavoro eccessivo e stress, ritmi insostenibili, mancanza di supporto da parte delle figure di coordinamento, mancanza di chiarezza nei ruoli e nelle responsabilità, mancanza di opportunità di crescita e di sviluppo professionale, turni di lavoro gravosi che non permettono di conciliare la vita privata e quella lavorativa, ambiente di lavoro tossico con comportamenti umilianti da parte dei superiori».
«Aldilà dei proclami e delle interviste sui media circa l'opera di rieducazione, i "protocolli con Confindustria" per impiegare i detenuti, aldilà dei festeggiamenti per il 208/o anniversario di fondazione della Polizia Penitenziaria e dei mezzi messi in bella mostra», scrive l'Osapp, «è giusto che si sappia cosa si nasconde dietro l'apparenza patinata e scintillante di una istituzione dello Stato come quella della Polizia Penitenziaria».
redazione