Scandali nella Chiesa, carità in crisi? Intervista al direttore della Caritas della Valle d'Aosta

 

«La fede deve essere riposta in Cristo più che nella Chiesa fatta di uomini con debolezze terrene»

Gatto-andreax300AOSTA. Tra scandali, polemiche e due libri recentemente pubblicati in merito, Avarizia di Emiliano Filippati e Via Crucis di Gianluigi Nuzzi, la Chiesa Cattolica sta attraversando un periodo molto duro e delicato. Una fede che vacilla di fronte alle notizie che parlano di una Chiesa segreta e inimmaginabile agli occhi non solo dei cattolici, ma del mondo intero, tra preti pedofili, lobby e riciclaggio di denaro, lontana dagli insegnamenti di misericordia, umiltà e carità di Gesù.
Nonostante ciò, i fedeli del territorio valdostano continuano tendenzialmente ad avere fiducia nella Chiesa e nei suoi rappresentanti. A questo proposito, il direttore della Caritas diocesana Andrea Gatto, ci spiega ciò che sta accadendo e verso quale direzione si muove la Chiesa cattolica, per incoraggiare e stimolare i fedeli a credere nelle parole del Signore e a non perdere la speranza.

Ci spieghi brevemente che cos'è la Caritas e che obiettivi si pone sul territorio.
«La Caritas è un ufficio pastorale della diocesi, fortemente incardinato in essa, che promuove la solidarietà e la carità all'interno delle comunità nell'idea che ogni cristiano sia chiamato a vivere l'attenzione agli altri e ai meno fortunati. I servizi più conosciuti sono sicuramente la mensa e il dormitorio che nascono come occasione per mettersi in gioco: chiunque può venire ed essere al servizio di chi si trova in una situazione di difficoltà economica o psicologica al di là delle origini e del proprio credo.»

Molte volte si parla del fatto che i vestiti e i mobili donati vengano poi rivenduti, ci può spiegare perché e a cosa sono destinati i ricavi?
«Questa è una problematica che viene spesso messa in risalto. In realtà le cose che raccogliamo hanno differenti destinazioni: una parte è sempre e comunque gratuita e viene donata alle persone in difficoltà attraverso il Centro d'Ascolto, dopo un'analisi approfondita delle reali condizioni, per esempio a persone senza fissa dimora. Una parte, anch'essa gratuita, viene destinata ai detenuti tramite i volontari che si occupano delle carceri, mentre una terza parte viene donata in cambio di un'offerta minima che ci serve per alimentare gli altri servizi, soprattutto il servizio mensa, che conta al giorno circa 80 persone. Per acquistare gli alimenti abbiamo sicuramente bisogno di discrete somme che riusciamo a reperire grazie alla vendita di alcuni degli oggetti donati. Chiedere una piccola offerta credo che possa avere anche una funzione educativa sulla comunità stessa.»

Quanto incidono gli scandali che stanno affliggendo la Chiesa Cattolica sulle donazioni spontanee?
«In generale, non solo in queste ultime settimane, assistiamo ad una minore partecipazione sia alle liturgie che alle offerte, anche se e non è un dato così preoccupante. Tra chi si dichiara Cattolico e chi poi invece partecipa alla vita di Comunità c'è molta differenza e disaffezione. I matrimoni religiosi credo siano in forte calo e la partecipazione alle azioni di solidarietà è minore. Il volontariato non ha visto un calo, anzi il desiderio di impegnarsi permane. Dobbiamo pensare anche alla forte crisi che stiamo attraversando: non puoi donare se non ne hai la possibilità.»
La Chiesa attraversa indubbiamente dei giorni difficili, il cattolico ha la stessa fiducia in essa o avete riscontrato un indebolimento?
«Mi viene spontaneo dire che la fede deve essere riposta in Cristo più che nella Chiesa, che è fatta di uomini con debolezze terrene. Credo che quello che non si debba perdere la speranza e la fede in Cristo e nella vita eterna. Credo che la crisi riguardi di più l'istituzione in sé e che gli scandali feriscano profondamente, veri schiaffi alla miseria che indignano il cristiano ma anche il resto della popolazione, senza distinzione. E proprio dal primo scandalo della Chiesa, avvenuto quasi 2.000 anni fa, che i valori di perdono e misericordia sono stati instillati in noi e devono permanere, nonostante le avversità.»
Quanto influiscono gli scandali nel rapporto tra fedele e parroco o comunque verso chi lavora nella chiesa sul territorio? Esiste una reale difficoltà?
«Devo dire che non abbiamo riscontrato un grande cambiamento sul territorio, i fedeli continuano a credere nel Nostro Signore ed è questa la cosa importante: non abbandonare mai la strada che porta a Cristo. Credo ancora che Papa Bergoglio stia facendo un ottimo lavoro e che la gente riponga grande speranza in lui, per un rinnovamento ai vertici della Chiesa Cattolica. "In nome della Chiesa vi chiedo Perdono per gli scandali che in questi ultimi tempi sono accaduti, sia a Roma, che in Vaticano". Noi crediamo che dalle parole di Papa Francesco appena citate si possa ripartire e ricominciare a sperare in un mondo migliore.»

 

Rossella Scalise

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