«Quindi uscimmo a riveder le stelle»

I giovani dell'Arcova Vocal ensemble cantano Dante

 

«Quindi uscimmo a riveder le stelle» non è solo l’ultimo verso dell’Inferno di Dante, ma è anche il titolo del concerto che ieri sera Arcova Vocal Ensemble ha interpretato nella chiesa Madonna della gioia di Chesallet di Sarre.

Da molti conosciuto come Ave, il coro giovanile rappresentativo dell’Associazione Regionale Cori Valle d’Aosta, fu creato nel 2014 sotto la direzione di Davide Benetti, e oggi riunisce 26 giovani tra i 16 e i 30 anni. Il programma proposto a Chesallet aderisce al progetto nazionale “La Musica di Dante, i cori giovanili italiani alla corte del sommo Poeta” che porterà Ave a Quincinetto il 7 dicembre per poi affrontare una piccola tournée tra Prato, Firenze e Arezzo il 10, 11 e 12 dicembre. Un tema, quello dantesco, che la direttrice Caroline Voyat traduce in un percorso che dall’Inferno, con brani di repertorio di Maurice Ravel, Lorenzo Donati e Thomas Luis De Victoria, dirige verso la luce attraverso pagine di Claudio Monteverdi, Morten Lauridsen, Ildebrando Pizzetti e Ēriks Ešenvalds. Percorso la cui chiave di luminosità è affidata al brano appositamente composto dal valdostano Nicola Forlin per questo progetto, Ma la notte risurge. 

Ave con la direttrice Caroline Voyat

Seduti nel pubblico ad ascoltare l’assessore ai beni culturali, turismo sport e commercio Jean- Pierre Guichardaz e Luigina Stevenin, direttrice valdostana entrata a far parte, dal 2020, della Commissione artistica di Feniarco, la Federazione Italiana delle Associazioni Corali Regionali.

Caroline Voyat, ventottenne di Fenis, è il direttore in carica dal dicembre 2020 e riunisce questi giovani ogni tre settimane, il sabato pomeriggio.

 

Caroline, che progetto didattico ha messo a punto per questi giovani?
Direi che stiamo sopravvivendo alle norme Covid, che non consentono progetti a lungo termine. Avendo un materiale vocale e umano così preparato e di esperienza ho potuto puntare su repertorio complesso rispetto a quello fatto negli anni precedenti con Nicola Forlin (il penultimo direttore Ave, ndr). Abbiamo fatto un piccolo salto in avanti e ora il lavoro è sempre basato sull’obiettivo di concerto.

Ci racconta il brano che Forlin ha composto appositamente per voi?
Nicola l’ha scritto dopo la scelta del titolo del programma e in funzione di questo. A dire la verità l’ha scritto a ridosso del primo concerto e fortunatamente avevamo qui il grande direttore Lorenzo Donati che ci ha aiutati a lavorare su tutto il repertorio di questo concerto e a montare anche questo brano. Nicola è stato gentile perché l’ha composto sulle esigenze dell’organico, valorizzando la sezione maschile e puntando sull’effetto più che sulla difficoltà.

Cosa avete portato via come coro dal weekend trascorso con Lorenzo Donati?
Lui è un mago del suono. Ave è un coro che non ha problemi di letture delle note ma trova difficoltà nel creare un suono più adulto, anche rispetto alle esperienze corali valdostane da cui questi giovani provengono. E quindi ha lavorato tanto sulla sulla rotondità e morbidezza del suono, lasciando un’idea da ricercare per ritrovare la stessa qualità sonora in esecuzione.

Infine, qual è il valore della coralità giovanile in un territorio come quello della Valle d’Aosta?
Caspita, è il punto da cui partire per dare una svolta ai nostri cori. La nostra coralità è ricchissima, ma purtroppo sta diventando sempre più anziana. È necessario lavorare per creare un ricambio puntando sui giovani, ma partendo dai bambini. Oltre al ricambio si punta anche a migliorare questi ragazzi perché possano poi portare questa esperienza nei cori di appartenenza.

 

 

Veronica Pederzolli

 

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