AOSTA. Ogni suicidio è sempre una sconfitta della nostra società. Ci si arrende alla vita per vari e, molte volte, oscuri motivi.
Alcune volte è il vivere che diventa insopportabile, in quanto ci si sente rinchiusi in una piccola cella con grosse e robuste sbarre alla piccola finestra e una porta blindata. A quel punto, non trovando la chiave per aprire la porta né un attrezzo per segare le sbarre, ci si rivolge alla "grande consolatrice". La sorella morte non disdegna nessuno. Parafrasando il grande Totò lei è una "Livella" e di fronte a Lei ricchi, poveri, potenti e umili diventano tutti uguali.
Certo per coloro che rimangono a piangere il loro caro queste sono parole che non consolano. Ma forse pensare che ora lui ha aperto quella porta e si trova in uno spazio luminoso potrebbe asciugare qualche piccola lacrima.
Marco Camilli