'ndrangheta, il gip: avvocata di Aosta arrestata era la 'mente legale del clan'

Insieme a Maria Rita Bagalà, ai domiciliari, è indagato anche il marito Andrea Giunti

 

Studio Giunti  BagalàAOSTA. Maria Rita Bagalà, avvocata coinvolta nell'ambito dell'operazione denominata Alibante della Dda di Catanzaro, sarebbe la "mente legale del clan" guidato dal padre Carmelo e si sarebbe occupata della "amministrazione dei diversi affari illeciti". Lo scrive il gip di Catanzaro, Matteo Ferrante, nella lunga ordinanza di custodia cautelare che ha condotto il legale agli arresti domiciliari insieme a diverse altre persone.

Bagalà "partecipava alla cosca", scrive il gip, e aveva assunto il ruolo di prestanome di una società. Inoltre risulta l'intestataria di beni patrimoniali e quote societarie "costituenti il provento illecito di varie attività delittuose del clan".

Il marito Andrea Giunti è anche lui coinvolto. La procura di Catanzaro aveva chiesto anche per lui la misura cautelare negata dal gip non essendo stata "raggiunta la soglia di gravità indiziaria" nei suoi confronti. Risulta comunque indagato perché, secondo gli inquirenti, non solo era a conoscenza dell'attività della moglie e del suocero, ma avrebbe anche amministrato insieme ai due in forma occulta una società in odore di 'ndrangheta, la Calabria Turismo Srl, interdetta per mafia nel 2016.

Bagalà ''unitamente al padre e al marito si sia impegnata nel reperimento di altre risorse economiche di dubbia provenienza, finalizzate a perseguire il programma criminoso della cosca'', si legge ancora nell'ordinanza. 

I fondi sarebbero stati utilizzati anche per acquistare una discoteca di Courmayeur.

 

 

M.C.

 

 

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