La mattanza degli innocenti, la morte di bambini che non fa più notizia

 

Ormai le nostre coscienze non si indignano quasi più alla strage degli innocenti

 

AOSTA. E' di oggi l'ennesima infame tragedia che vede vittime innocenti dei bambini. In Pakistan decine di piccoli uomini e donne hanno trovato la morte per colpa di uomini cresciuti e diventati delle belve.

bambini-vietnamXQueste notizie ormai sono all'ordine del giorno. Quanti bambini muoiono annegati nel nostro mare Mediterraneo lungo la rotta della disperazione? Quanti bambini muoiono nei tragici esodi che nei deserti africani vedono popoli disperati fuggire da un inferno per una illusione di paradiso? Quanti bambini vengono ogni giorno uccisi per prelevare dai loro corpi organi da trapiantare ai malati occidentali? Quanti bambini sono morti per colpa di bombe "intelligenti" lanciate da uomini "intelligenti"? Tutte queste tragedie, tutto questo sangue, tutta questa morte ormai non hanno un grande impatto sull'opinione pubblica.

Possiamo forse indignarci per poche ore, magari per un giorno intero. Ma poi il nostro pensiero torna a casa nostra, ai nostri problemi, alle nostre difficoltà. Siamo impermeabili al dolore e alle lacrime di questi bambini che sempre più da esseri umani si trasformano in semplici numeri.
Come eravamo diversi 42 anni fa, quando una immagine drammatica catturata nel 1972 in Vietnam dal fotografo Nick Ut documentò una delle atrocità della guerra e contribuì ad accellerare la fine del conflitto. Una fotografia che valse a Nick Ut l'anno successivo il premio Pulitzer, una fotografia che imfiammò le coscienze.

42 anni fa eravamo forse più buoni e più sensibili per avere la capacità di indignarci e di scendere in piazza per far cambiare le cose? Oppure è l'overdose di informazione quotidiana che ormai ci rende immuni alla disperazione di un bambino che sente la sua fine vicina perché una belva gli ha puntato una pistola alla testa?

Cosa accadrebbe se la foto di uno di quelle piccole vittime innocenti uccise in Pakistan fosse pubblicata sulle prime pagine di tutti i media mondiali? Credo poco o nulla. Forse le uniche voci che si alzerebbero criticherebbero l'utilizzo "improprio" di una foto che provocherebbe orrore e disagio.

Già, non ci indignamo più. Anche perchè non vogliamo più sapere, non vogliamo più vedere.

 

Marco Camilli

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